Aumentare il fondo per la non autosufficienza in Sicilia, maggiori stanziamenti nella prossima legge di stabilità nazionale, tracciabilità delle somme erogate, verificabilità delle modalità di spesa. E ancora, un’intesa con la Regione Siciliana per cercare di risolvere il caso Cupidi e quelli simili e la ripartizione del fondo non autosufficienza alle regioni non in base alla popolazione, ma al reale fabbisogno del territorio.

E’ questo il succo di un’ interrogazione depositata alla Camera dalla deputata palermitana Giulia Di Vita, sulla scia della vicenda di Giovanni Cupidi, un trentottenne di Misilmeri, affetto dall’età di 13 anni da una grave tetraplegia che gli permette di muovere soltanto la testa. Cupidi fino al 2010 usufruiva giorno e notte di assistenza domiciliare, spesso interrotta (specie tra una rinnovo e l’altro) e ora ridotta a sole 4 ore giornaliere.

Per accendere i riflettori sul caso Cupidi (che di recente ha guadagnato la ribalta nazionale grazie alla trasmissione Striscia la notizia) e sul problema della non autosufficienza, il M5S ha presentato interrogazioni pure all’Ars (primo firmatario Giorgio Ciaccio) e al Comune di Misilmeri (a firma di Giulia Paganelli). Anche in questo caso gli atti puntano alla maggiorazione degli stanziamenti e a capire quali siano i programmi di Regione e Comune rispetto al caso singolo e alla non autosufficienza in genere.

Cupidi, dal canto suo, ha avviato una petizione on line, sottoscritta da 20 mila persone. “Da quando sono stata eletta – afferma Giulia D Vita – mi occupo di casi del genere su segnalazioni che arrivano da tutto il Paese, e la risposta vergognosa, quando arriva, dalle istituzioni competenti è sempre relativa alla mancanza di fondi adeguati, nonostante passerelle e secchiate d’acqua “solidali” di ministri e presidente del consiglio. Nei fatti abbiamo un piano nazionale per la disabilità, di cui un intero capito è dedicato alla ‘Vita indipendente’, che attende da 3 anni di essere finanziato, per non parlare di quello della Regione Siciliana, approvato addirittura dal Governo Cuffaro nel 2006, frutto dell’immenso lavoro di Salvatore Crispi, presidente del Coordinamento H Sicilia, purtroppo scomparso quasi un anno fa e che gli amministratori potrebbero onorare, oltre che con le solite belle parole, coronando le battaglie di cui per una vita si è fatto sempre caparbio portatore”.

“Quella che Giovanni Cupidi sta portando avanti – afferma Giulia Paganelli – è una battaglia non solo per sé, ma per tutti coloro (e non sono certamente pochi) che si trovano nelle medesime condizioni, per cercare di avere una vita il più possibile normale, malgrado le enormi difficoltà cui quotidianamente vanno incontro”.

In Italia (secondo recenti dati Istat) sono sono oltre due milioni e mezzo le persone non autosufficienti, cifra che lievita notevolmente se si contano pure le persone che hanno bisogno di aiuto per svolgere attività essenziali come alzarsi dal letto, da una sedia, lavarsi o vestirsi.

Numerosi i casi anche in Sicilia, a fronte di fondi veramente esigui. Secondo recenti dichiarazioni dell’assessore regionale alle Politiche sociali, Gianluca Micciché, le risorse in Sicilia per le non autosufficienze ammontano a poco più di 13 milioni, da dividere a circa 2500 persone.

“Cosa che – afferma Giorgio Ciaccio – garantisce ad ognuna di queste persone circa 500 euro mensili, una somma troppo bassa per consentirgli di garantirsi una adeguata assistenza che copra l’arco delle 24 ore. Per questo vorremmo capire come intende muoversi il governo regionale per dare risposte a queste persone”.

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