• Pre-dissesto al Comune di Palermo
  • Bloccati i decreti ingiuntivi e i pignoramenti
  • Il Csa: “Il rischio è che a pagare il conto siano i lavoratori pubblici, quelli delle partecipate e la città tutta”

Il ragioniere generale del Comune di Palermo Bohuslav Basile ha comunicato alla banca nazionale del lavoro, tesoriere del Comune, alle Poste Italiane e al concessionario della Riscossione Sicilia che con la procedura di riequilibrio finanziario pluriennale approvata dal consiglio comunale lo scorso 16 settembre sono di fatto bloccati i decreti ingiuntivi e i pignoramenti. Lo prevede la legge. Ne sono stati informati gli avvocati e i giudici della sezione fallimentare del Tribunale di Palermo.

La comunicazione del ragioniere generale del Comune di Palermo

“Alla luce della delibera del consiglio comunale – ha scritto il ragioniere generale – come previsto dalla legge le procedure esecutive intraprese nei confronti dell’ente sono sospese dalla data di deliberazione di ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale fino alla data di approvazione o di diniego di approvazione del piano di riequilibrio pluriennale di cui all’articolo 243-quater, commi 1 e 3”.

La nota inviata a diversi soggetti

La nota è stata inviata anche al sindaco di Palermo, al presidente del consiglio comunale, agli assessori all’avvocato Capo del Comune, ai dirigenti e al collegio dei revisori.

La preoccupazione del Csa, chiesto un incontro immediato

“Chiediamo un incontro immediato con il sindaco, la giunta e gli uffici – lo dicono i sindacalisti del Csa – Vogliamo capire in che modo l’amministrazione intende reperire i soldi del piano di risanamento. Il rischio è che a pagare il conto siano i lavoratori pubblici, quelli delle partecipate e in generale tutta la città con aumenti di tasse e taglio dei servizi. Il sindaco convochi le parti sociali e chieda l’intervento immediato del governo nazionale affinché si vari una norma Salva-Palermo: non accetteremo che il piano si faccia sulla pelle dei lavoratori o con la dismissione delle società, siamo pronti da subito ad azioni eclatanti. Diciamo no a qualsiasi ipotesi di usare i fondi della contrattazione accessoria o destinati alla valorizzazione del personale comunale e delle partecipate: giù le mani dalle già scarne forme di sostentamento di migliaia di famiglie”.

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