I vini della Doc Sicilia, dal 1 gennaio 2021, saranno garantiti anche dal contrassegno di Stato, la fascetta numerica che consentirà di tracciare tutte le fasi della vita di una bottiglia.

La decisione di introdurre la fascetta rilasciata dalla Zecca di Stato è stata presa dal cda del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia, che ha accolto le diverse richieste arrivate dai produttori Doc Sicilia.

Pur essendo consapevole che l’iniziativa avrà un costo per le aziende, il cda della Doc Sicilia con questa decisione ha privilegiato gli indubbi benefici che si avranno, anche sulla base delle esperienze già avviate da tante altre Doc italiane. La scelta di programmare con largo anticipo l’adozione della fascetta per le bottiglie consentirà alle aziende di dotarsi dei macchinari necessari.

Il contrassegno di Stato, obbligatorio solo per le Docg, è ormai patrimonio delle più importanti Doc italiane e consentirà di concludere il percorso dei controlli anti contraffazione, offrendo una maggiore tutela sia alle aziende sia ai consumatori.

E’ ormai certo che la continua crescita della produzione di bottiglie Doc Sicilia, vendute in Europa e nel resto del mondo, se da un lato è un successo che premia il valore e la quantità generata dalle aziende vinicole, dall’altro espone al rischio di contraffazioni che provocano un danno economico e di immagine ai produttori.

A favore della scelta della Doc Sicilia di introdurre la fascetta sulle bottiglie c’è anche l’esperienza di altri comparti del made in Italy, come il settore dell’agroalimentare, che hanno dovuto fare i conti con episodi di contraffazione che hanno causato ingenti danni economici. Il successo del made in Italy, infatti, ha fatto sì che i consumatori abbiano avuto la necessità di essere garantiti sulla qualità e la provenienza dei prodotti acquistati.

Filippo Paladino, vice presidente del Consorzio Doc Sicilia e vice presidente della Cantina Colomba Bianca.

“Per le aziende l’applicazione delle fascette significa poter avere un controllo su tutto il percorso di lavorazione dell’uva, dal vigneto alla bottiglia. Ciò consente anche di valutare l’andamento dell’offerta del prodotto per mantenere ad un giusto livello la retribuzione delle uve che gli agricoltori conferiscono alle cantine. L’introduzione delle fascette può sembrare un ostacolo per le piccole aziende che devono obbligatoriamente attrezzare le loro linee di imbottigliamento con le macchine fascettatrici. Ecco perché credo che vada offerta alle aziende, attraverso i bandi Ocm investimento, una corsia preferenziale per l’acquisto dei macchinari”.