Il governo chiarisca se “sia mai stata emanata la circolare del 21 marzo scorso citata dall’Espresso con cui il Dap ha invitato tutti i direttori delle carceri a ‘comunicare con solerzia all’autorità giudiziaria, per eventuali determinazioni di competenza’, il nominativo del detenuto, suggerendo la scarcerazione, se il suo caso rientra fra le nove patologie indicate dai sanitari dell’amministrazione penitenziaria e se si tratta di persone anziane”, ovvero “se le informazioni scaturite dal monitoraggio effettuato dal DAP siamo state o meno trasferite agli Uffici Giudiziari italiani e se siano state date indicazioni operative su eventuali richieste di scarcerazione”.

Lo dichiara Giusi Bartolozzi, deputata di Forza Italia e segretario della commissione giustizia di Montecitorio, in un’interrogazione al Ministro della Giustizia ed al Ministro degli Interni.

Nel dettaglio, l’atto ispettivo si riferisce alla notizia, pubblicata da ‘l’Espresso’, di un “giudice di sorveglianza del tribunale di Milano che ha concesso gli arresti domiciliari al capomafia di Palermo Francesco Bonura, 78 anni, condannato definitivamente per associazione mafiosa”, a seguito della circolare che il “21 marzo scorso il Dap ha inviato a tutti i direttori delle carceri in cui li invita a comunicare con solerzia all’autorità giudiziaria, per eventuali determinazioni di competenza, il nominativo del detenuto, suggerendo la scarcerazione, se rientra fra le nove patologie indicate dai sanitari dell’amministrazione penitenziaria”.

“Ed è notizia di stamani – prosegue Bartolozzi – che il boss dell’Uditore Pino Sansone, 69 anni, l’ex vicino di casa di Totò Riina nel complesso di via Bernini, è andato ai domiciliari per decisione del tribunale del riesame di Palermo, probabilmente tenendo conto del fatto che il costruttore dell’Uditore riarrestato a luglio era recluso nel carcere di Voghera (Pavia), dove nei giorni scorsi è morto un detenuto per il Covid 19”.

Nell’interrogazione parlamentare l’esponente azzurra chiede, inoltre, “se e quando i ministri interrogati abbiano avviato tutte le opportune verifiche e approfondimenti”.

Per Bartolozzi è “inaccettabile la circostanza che detenuti al 41bis siano stati mandati a scontare i domiciliari proprio a casa loro, nei territori dove per anni hanno impudentemente operato, vanificando così il duro lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine nel contrasto alla criminalità mafiosa”.

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