Postare video su Tik Tok può costare il carcere. E’ successo a Palermo.

Postava dagli arresti domiciliari

Agli arresti domiciliari con il braccialetto ha postato video su Tik Tok non rispettando le prescrizioni previste dalla misura. Il giudice ha così disposto la misura cautelare in carcere.

Il Palermitano che va in carcere

Protagonista un palermitano di 26 anni. Gli agenti di polizia sono risaliti al giovane dopo la pubblicazione di un video nel quartiere Zisa di altro ragazzo che sparava in aria. A riprendere la scena e pubblicarla nel suo profilo l’arrestato ai domiciliari.

Durante le indagini i poliziotti del commissariato Zisa si sono imbattuti nel profilo dal titolo “Riprese Gomorra”.

Ospitato a casa altri giovani

Gli agenti hanno constatato attraverso i video postati come in diverse occasioni il giovane ha ospitato nella propria abitazione altri giovani. Non solo durante i permessi per andare in tribunale si è ripreso mentre canta una canzone nei corridori del Tribunale, davanti a una slot machine o durante passeggiate in bici per le vie della città o ancora in compagnia di pregiudicati a guardare una partita di calcio in tv. Da qui la decisione del giudice di aggravare il provvedimento e portare il giovane in carcere.

Altri precedenti di post sui social che costano il carcere

A ottobre dell’anno scorso un precedente. Interagiva con i suoi followers su Tik Tok nonostante stesse scontando i domiciliari per traffico di sostanze stupefacenti in concorso. Un trentenne nisseno è stato condotto in carcere dalla polizia che ha eseguito un’ordinanza di sostituzione di misura cautelare disposta dal Gip. L’indagato, in almeno dieci casi documentati dagli agenti della sezione volanti, si è reso responsabile di violazione delle prescrizioni imposte dal giudice con l’applicazione degli arresti domiciliari, pubblicando svariati video e foto e rispondendo ai commenti postati dai suoi conoscenti.

Ha avuto contatti con altri indagati

Dall’esame delle foto e dei video postati, i poliziotti hanno evidenziato che il trentenne, mentre si trovava ai domiciliari, ha avuto anche contatti con altri coindagati. In un video il giovane ha esaltato il suo status di detenuto domiciliare con sottofondo musicale del brano “Il capo dei capi“, mimando le parole “la galera era molto dura ma per Totò era villeggiatura…”, in un altro video mostra ai suoi followers l’atto di tagliare il braccialetto elettronico con una forbice, commentando “finalmente libero, era ora”. Infine ridicolizzava la polizia nel corso dei controlli, postando la foto di una volante e la scritta “quando stai dormendo e arriva la sveglia…”, con gli hashtag #arrestidomiciliari #riposino #arrivalintruso.