Il marciapiede è dissestato, un’anziana cade, si frattura il polso oltre che un importante ematoma facciale e il Comune di Palermo viene condannato al pagamento di 40 mila euro come risarcimento.

La vicenda risale al novembre 2019

La vicenda ha inizio nel 2019, esattamente il 15 novembre, quando una donna di 70 anni è inciampata mentre camminava lungo il marciapiede di via Terrasanta, all’altezza del civico 36.

Una caduta che è costata lunghe sofferenze all’anziana signora che al momento dell’incidente ha perso parecchio sangue per le ferite al viso e poi, medicata al pronto soccorso dell’ospedale Villa Sofia, dove è stata trasportata in ambulanza e arrivata in codice rosso, ha dovuto fare i conti anche con una frattura al polso. Dimessa con la diagnosi di “trauma cranico con ferita lacero contusa della regione frontale, frattura epifisi distale radio sinistro”, le fu data una prognosi di 30 giorni.

Lungo percorso medico

La donna, dopo avere inciampato in una crepa non ben visibile ma alquanto pericolosa, ha battuto violentemente il viso contro un albero. In ospedale, sottoposta a numerosi esami tra tac e radiografie, le fu diagnosticato “ematoma subgaleale con microbolle in sede frontale mediana” e una “frattura articolare composta dell’epifisi distale del radio”. Da allora, la signora ha dovuto affrontare un duro percorso medico – diagnostico anche per conseguenti problemi all’occhio destro legati al trauma cranico, e una lunga fisioterapia per la frattura del polso e per costanti dolori al ginocchio destro.

La denuncia

Alla luce dei gravi danni, la settantenne si è quindi rivolta allo studio legale Palmigiano e Associati, che negli anni ha seguito molti casi simili a tutela dei diritti dei cittadini, e con l’assistenza degli avvocati Alessandro Palmigiano ed Elisabetta Violante, è stato chiesto al Comune di Palermo l’integrale risarcimento dei danni. Il Comune non ha però aderito al tentativo di definizione stragiudiziale della vicenda e si è reso necessario iniziare una causa davanti al tribunale di Palermo.

La tesi degli avvocati

La tesi di Palmigiano e Violante era che il Comune di Palermo, quale ente proprietario della strada aperta al pubblico transito, fosse responsabile dell’incidente e, dunque, dovesse farsi carico dei danni. Tra l’altro, ad avvalorare la tesi della signora, c’era anche un verbale della polizia municipale. Dove la signora era caduta, i vigili dopo un sopralluogo, avevano evidenziato che “proprio all’altezza del civico 36 il marciapiede era dissestato (…). Il tratto del marciapiede interessato risultava sollevato di circa 4 cm per una estensione di almeno 50 cm. Nell’albero, invece si notavano delle tracce ematiche sparse sulla parte bassa del fusto e nell’aiuola verosimilmente riconducili alla caduta del pedone”.

La polizia municipale aveva così richiesto l’intervento di una squadra per la messa in sicurezza del marciapiede, ritenendolo evidentemente insidioso e fonte di ulteriori pericoli per gli utenti della strada. La zona era stata infatti poi delimitata, con la cartellonistica “lavori in corso” e successivamente il marciapiede era stato oggetto di un intervento di manutenzione, per eliminare la fonte di pericolo.

La sentenza del tribunale

Il Comune di Palermo si è difeso in giudizio, chiamando in causa la Rap, con la quale aveva un contratto per la manutenzione stradale ma il giudice Davide Romeo, della III sezione civile del tribunale del capoluogo siciliano (sentenza 2721/2024), all’esito della causa di qualche giorno fa, si è pronunciato escludendone la responsabilità: “Alla luce delle superiori argomentazioni, deve ritenersi che Rap spa abbia dimostrato di non essere responsabile dell’evento per cui si controverte, valorizzando la circostanza che esso scaturì in realtà da elementi di fatto e circostanze non rientranti nell’esercizio dei compiti di sorveglianza e manutenzione demandati dall’ente comunale alla società medesima, bensì riconducibili nell’alveo dei poteri – doveri di vigilanza spettanti al Comune di Palermo, quale proprietario della rete stradale”.

Il tribunale ha disposto così una condanna di 40 mila euro come risarcimento e spese legali per la signora.

“Le condizioni delle strade in città sono veramente inaccettabili – spiega Alessandro Palmigiano – pertanto riteniamo che sia importante continuare a tenere i riflettori accessi per stimolare l’amministrazione comunale. Peraltro, forse, se nel passato fossero state stanziate maggiori risorse per la manutenzione delle strade, il Comune non avrebbe dovuto pagare negli anni le ingenti somme che ha corrisposto a titolo di risarcimento danni e molti incidenti si sarebbero potuti evitare”.

 

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