Bufera al Comune di Palermo, dove si va verso un ‘governo della minoranza’.
“I cambi di marcia poco prima delle elezioni lasciano sempre il tempo che trovano e risultano essere poco credibili, soprattutto per chi vuole essere alternativa all’odierna compagine di Governo della città“. Lo afferma il coordinamento provinciale di +Europa, riferendosi al cambio di passo dell’ultimo periodo in consiglio comunale ad opera Italia Viva.

La città merita chiarezza

Si legge nella nota: “Vorremmo ci fosse chiarezza, lo merita la città e lo meritano i cittadini palermitani. In politica esistono tempi giusti per dimostrare di non essere schizofrenici e quei tempi erano quelli della mozione di sfiducia, che non ha ricevuto, però, l’appoggio di IV”.
“Oltre a questo fatto, qualche settimana fa, la stessa Italia Viva ha fatto entrare nell’attuale compagine di Giunta un proprio assessore. Quale discontinuità, dunque? Cos’è cambiato oggi rispetto alle settimane scorse? Per questo bisognerebbe raccontare le cose per come stanno, fare chiarezza” – continua nella nota il coordinamento provinciale di +Europa.

Una lista di +Europa per le prossime amministrative

E ancora: “Noi siamo impegnati, nella creazione di una lista per le prossime amministrative per dare un segnale forte alla città, per darle una guida, partendo dalla responsabilità che abbiamo dimostrato in questi anni in consiglio comunale. Abbiamo un nostro programma da rispettare, sulla base di quello abbiamo lavorato assiduamente. Abbiamo la storia, la ricetta e quello stesso programma per poter dare le risposte che servono. Noi ci siamo, ma bisogna che si faccia chiarezza, per poter costruire bene il futuro. Per questo bisogna dare un segno di discontinuità – programmatica e progettuale – ed è su questo che vorremmo si facesse chiarezza fin da subito. Sui temi della mobilità, ad esempio, cosa se ne pensa?”.

“Non possiamo stare tutti dentro”

Conclude la nota: “Una coalizione “Draghi” anche per il Comune di Palermo, con questi presupposti, diventa alquanto complicata da pensare, tanto più che non esiste un Draghi all’orizzonte. Non possiamo stare tutti dentro, se non si condivide una progettualità di discontinuità rispetto all’esperienza fatta. Si fa sempre in tempo per proporre altro”.

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