Non ci sarà una stampella pentastellata per il sindaco di Palermo Leoluca Orlando la cui maggioranza è ormai implosa. Dopo e bocciature a raffica in Consiglio comunale di Bilancio consolidato e piano triennale delle opere pubbliche e la guerra aperta sui posti di sottogoverno alla guida delle partecipate e in particolare Rap e Amat, la guerra fra Orlando e i suoi è ormai a tutto campo. E non ha funzionato la mossa del pugno di ferro

Il giorno del licenziamento degli assessori

In bilico oggi ci sono, dunque, due assessore della giunta Orlando, Leonardo Piampiano e Toni Costumati che l sindaco potrebbe rimuovere se non si dimetteranno su indicazione del proprio partito, mentre il Pd, molto critico nei giorni scorsi, adesso tace e sembra stare alla finestra conscio di poter diventare l’ago della bilancia

Italia Viva non rientra e attacca

“Se c’è qualcuno che ha tradito il programma e le aspettative dei cittadini questo è innanzitutto il sindaco ed è sotto gli occhi tutti. Palermo è abbandonata e lo scaricabarile di Orlando è francamente patetico”. Così in una nota Italia Viva Palermo.

“Invece di fare autocritica e ammettere le proprie responsabilità di fronte alla gravità della situazione economica e sociale in cui versa la città di Palermo, Orlando continua ad usare patetici diversivi, scaricando la responsabilità dell’immobilismo sul consiglio comunale e agitando lo spettro di Salvini e della Lega, fantasmi buoni solo per la sua propaganda”, prosegue la nota.

“Palermo è isolata ed è allo sbando – si legge – ed è questa la cruda realtà che il sindaco non racconta. Non ci sono soldi in cassa, il bilancio non si può chiudere, le partecipate sono al collasso, i cantieri sono fermi, nessuna opera di manutenzione appaltata da due anni, i cimiteri una vergogna nazionale, i ponti a rischio crollo”.

“Quindi siamo noi – continua IV – che rimaniamo coerenti con il mandato popolare del 2017 e però siamo consapevoli che Palermo non può sprecare questo anno e mezzo che ci separa dalle elezioni, a maggior ragione nel bel mezzo dell’emergenza Covid. Per questo abbiamo chiesto una svolta radicale, un nuovo governo capace di affrontare e risolvere le tante emergenze della città. Una squadra dei competenti, dei migliori, sostenuta da tutte le forze politiche che ci stanno, proprio come il governo Draghi. Mai abbiamo proposto l’allargamento della maggioranza alla Lega come mistificando afferma pateticamente il Sindaco Orlando. Una sfida collettiva e unitaria da intraprendere in sintonia con il governo Draghi e con il massimo della condivisione di tutti gli attori in campo, dalle forze politiche alle categorie imprenditoriali e ai sindacati della città”.

“Abbiamo chiesto – si legge – un cronoprogramma ‘Salva Palermo’ di cose concrete da fare, perché è ora il momento di programmare il futuro di Palermo, di una città che non può perdere l’occasione unica ed irripetibile di intercettare le ingenti risorse messe a disposizione dall’Europa, a partire da Recovery plan, e le misure economiche straordinarie messe in campo dal governo nazionale”.

“Abbiamo chiesto queste cose – conclude la nota – nell’interesse generale e con grande senso di responsabilità. Il danno per Palermo non è Italia Viva che chiede di uscire dall’immobilismo, ma un sindaco che non riesce più a guardarsi intorno. Noi una mano la vogliamo dare alla nostra città, non al sindaco”.

In seguito arriva la posizione ufficiale “La notizia di una entrata del M5S nella maggioranza del Sindaco Orlando è priva di ogni fondamento. Come abbiamo già espresso in altri recenti comunicati, il M5S continua a lavorare per la città: opposizione eravamo, opposizione siamo e resteremo, non è previsto nessun ingresso in giunta e nella maggioranza. Nulla cambia nella nostro modo di lavorare, resteremo opposizione costruttiva e responsabile che è il ruolo del Movimento 5 Stelle in questa consiliatura di Palermo”.

I 5stelle smentiscono l’eventuale ingresso in maggioranza

“Nel 2017 ci siamo presentati alla città con un progetto alternativo a Orlando e alle destre, e oggi, dopo 4 anni a Sala delle Lapidi, restiamo coerenti con il mandato che gli elettori ci hanno affidato – si legge poi in una dichiarazione congiunta dei consiglieri comunali e di circoscrizione, Deputati regionali, nazionali ed europei del M5S Palermo
Opposizione costruttiva, ma pur sempre opposizione. Non siamo stati – nè mai saremo – la stampella di nessuno. Ogni votazione è stata sempre improntata al senso di responsabilità e guardando al merito delle proposte, con la consapevolezza che ciascun provvedimento del Consiglio comunale ha dirette refluenze sulla vita dei cittadini, e così continuerà ad essere.
Ma chiediamo ad Orlando di riflettere se sia davvero questo il bene per Palermo, se davvero le tante problematiche complesse da cui la città è schiacciata possano essere affrontate con una guida logora, con una squadra che non è più coesa e non ha più visione, con maggioranze create in modo estemporaneo in Aula.
Noi per Palermo sogniamo di meglio e siamo già al lavoro per costruire una proposta alternativa solida per la nostra amata città”.

La Lega dice no alla larghe intese

E la Lega? Delle parole di Orlando ne fa un punto di vanto. “Mai con la Lega? Per noi è una medaglia se lo dicono figuranti del sindaco Orlando del calibro di Giambrone, Catania, Di Dio, Marano, Marino, Mattina, Petralia Camassa, Prestigiacomo e Zito. Gente che ha distrutto Palermo, ma che ormai per fortuna rappresenta il passato non avendo più nessun contatto con la città né rappresentanza fra la maggioranza dei palermitani. Per spostare l’attenzione dalle loro incapacità le varie amministrazioni messe in piedi da Orlando hanno sempre avuto bisogno di un gran nemico sul quale scagliarsi. Che oggi si chiama Matteo Salvini” dicono Alessandro Anello, segretario della Lega a Palermo, Igor Gelarda, capogruppo consiliare a Sala delle Lapidi, e Vincenzo Figuccia, coordinatore in provincia di Palermo.

“L’ultimo atto di sciacallaggio della giunta Orlando si è consumato dopo il rinvio a giudizio dell’ex ministro dell’Interno per il caso della nave della ong spagnola Open Arms, quando il primo cittadino di Palermo ha annunciato che il Comune si costituirà parte civile nel processo, politico, contro il leader della Lega. A ruota l’hanno seguito i suoi assessori, o quel che rimane di loro, attraverso una nota che in un passaggio recita testualmente: ‘La bandiera della città sventola sul ponte di Mediterranea e su tutte le navi che hanno salvato vite umana nel mar Mediterraneo e, per queste ragioni, la Lega al governo di Palermo è una proposta che ha il sapore della provocazione’. Peccato che i palermitani considerano loro ormai una “provocazione”, asserragliati come sono all’interno di Palazzo delle Aquile trasformato in teatro di uno spettacolo indecente con il risultato di ponti a rischio crollo, traffico impazzito, strade piene di rifiuti e quelle 800 bare accatastate al cimitero dei Rotoli da mesi senza degna sepoltura: una vergogna nazionale”.

 

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