“In seguito alla definizione dell’accordo finanziario fra Stato e Regione è assolutamente necessario e improcrastinabile dare ai comuni certezze sugli elementi finanziari affinché possano procedere alla definizione dei bilanci di previsione 2016. Inoltre, è urgente provvedere in tempi brevissimi all’erogazione di un acconto sui trasferimenti regionali per fare in modo che i comuni possano avviare i primi passi per superare la grave
condizione di disagio che sopportano da troppo tempo e che pone i sindaci nelle condizioni di non poter garantire i servizi essenziali”.
Lo dicono Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, rispettivamente presidente e segretario generale dell’AnciSicilia preoccupati dalla situazione economica che si sta determinando dopo l’assegnazione delle risorse da parte dello Stato alla Sicilia-.
A distanza di una settimana dalla definizione dell’accordo tra Stato e Regione, l’AnciSicilia, riassumendo alcune
delle tappe salienti di questi tormentati primi sei mesi del 2016, evidenzia la nota inviata lo scorso 20 maggio ai comuni con cui l’assessorato alle Autonomie locali ha dato notizia che, sulla base delle disposizioni fissate nella Legge di Stabilità 2016, ci sarà una sostanziale riduzione delle risorse di parte corrente: poco più di 105 milioni di euro rispetto agli originari 340 milioni. In seguito, il 30 maggio scorso, la Conferenza Regione – Autonomie Locali, seppure con il parere contrario degli Enti Locali, ha approvato il riparto programmatico delle assegnazioni regionali di parte corrente in favore dei Comuni per l’anno 2016, comunicando che il provvedimento sarebbe stato emanato alla “notizia dello svincolo delle risorse da parte dello Stato” e che avrebbe provveduto ad autorizzare “l’erogazione di un acconto sui trasferimenti regionali dovuti per il corrente anno”.
Il 20 giugno, infine, il Consiglio dei Ministri ha approvato il cosiddetto decreto Enti Locali che tra le misure contenute prevede, all’articolo 11, l’attuazione dell’accordo fra il Governo nazionale e la Regione Siciliana. L’Associazione dei comuni siciliani precisa però che, a oggi, manca un quadro finanziario chiaro per i seguenti motivi: i Comuni sono in esercizio provvisorio dal 1° maggio e non hanno alcuna possibilità di programmare la spesa; non è stato versato alcun acconto sui trasferimenti regionali di parte corrente dovuti ai Comuni per il 2016;-
non si conoscono i tempi e le modalità in cui saranno rese disponibili le risorse destinate ai Comuni derivanti dall’Accordo Stato-Regione; non si comprende se e come il sopra citato accordo produrrà effetti sulla tenuta finanziaria degli Enti intermedi; non vi è certezza sui tempi di erogazione delle risorse relative alle spese per il personale a tempo determinato dei Comuni; riguardo alle assegnazioni di parte corrente e in conto capitale 2016 in favore degli Enti intermedi, alla data odierna, non si hanno notizie né del riparto programmatico né, tanto meno, dell’erogazione di un acconto.
Ma se i Comuni sono preoccupati e la Città metropolitane e i Liberi consorzi vedo nebuloso il futuro, critiche piovono anche dal mondo sindacale“L’accordo tra lo Stato e la Regione Siciliana in materia di finanza pubblica, lascia dubbi a iosa – secondo il segretario generale della Cgil Sicilia, Michele Pagliaro – sia sulla reale quantità di risorse che verranno assegnate sia sulle clausole imposte, che rendono di fatto superata l’autonomia speciale della Sicilia”
“Pare che la Regione e lo Stato abbiano deciso di intervenire esclusivamente sul gettito Irpef, convenendo di retrocedere alla Sicilia 5,61 decimi per il 2016, 6,74 decimi per il 2017 e 7,10 decimi per il 2018. Resta invece invariato il gettito Iva (attualmente retrocesso soltanto il 28%) e non viene rivisto il gettito delle imposte di fabbricazione che comportano tanti costi aggiuntivi per la nostra Regione”.
“A fare aumentare i dubbi – aggiunge Pagliaro – è il punto 8 dell’accordo che reintroduce una sorta di tesoreria unica per la Sicilia. Infatti, le somme (anche qui incertezza, nell’accordo si parla dei 900 milioni) non verranno trasferite direttamente alla Regione ma verranno trasferite in un conto infruttifero presso la tesoreria dello Stato, riconoscendo alla Regione una disponibilità limitata di tali somme esclusivamente per il pagamento di stipendi e pagamenti relativi a quote di mutui in scadenza nell’anno con l’obbligo di reintegrare le somme prelevate con le prime disponibilità in entrata. Non è chiaro se questo meccanismo è legato al tempo necessario per provvedere a tutti gli adempimenti legislativi da parte dello Stato e della Regione per rendere operativo l’accordo- dice Pagliaro- o è un meccanismo che si stabilizzerà, in considerazione delle clausole imposte, fin troppo oppressive”.
Si tratta del taglio del 3% annuo della spesa corrente esclusa la sanità, le regolazioni contabili, il concorso alla finanza pubblica; la piena applicazione della Delrio e della Madia “e su tale punto le conseguenze per la Sicilia sono sicuramente pesanti sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista di impatto sociale”.
“Si spera che prima di firmare l’accordo chi di competenza abbia accertato queste conseguenze. Una cosa è certa, che il mancato rispetto di ogni punto dell’accordo sarà sanzionato con relative trattenuta sulle entrate della Regione”.
Il segretario della Cgil chiede inoltre chiarimenti sul punto relativo al patto di stabilità “che la Regione non dovrà più rispettare a condizione che produca in bilancio saldi positivi di una certa importanza per il 2016 ed il 2017”.
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