Nello Musumeci, nuovo presidente della Regione, si è insidiato a Palazzo d’Orleans. Dopo la proclamazione di ieri mattina in Corte d’Appello ed il passaggio di consegne formale con Rosario Crocetta Musumeci è rimasto fino a tarda ora a Palazzo per prendere confidenza con il personale, con i tanti meandri e i tanti corridoi non aperti al pubblico che un presidente e il suo staff devono conoscere per muoversi. Ha imparato a conoscere lo studio del Presidente e la stanza del terzo piano, quella destinata alla residenza del presidente che non tutti usano. L’ultimo ad usarla è stato Raffaele Lombardo dopo che era chiusa da qualche tempo. Crocetta no, preferiva andare tutte le sere a Tusa. Musumeci, invece, la userà visto che è abituato a lavorare dalla mattina preso fino alla tarda sera.

Proclamazione e insediamento fatti, ora si attende solo l’insedimanmeto dell’Ars che avverrà dopo la proclamazione dell’11 dicembre secondo le comunzioni della Commissione elettorale. La legislatura precedente è decaduta e attualmente siamo nella fase di transizione verso il nuovo Parlamento.

Da oggi, dunque, Musumeci è nei pieni poteri e, fino a quando non nominerà la giunta, di fatto ha sulle proprie spalle tutti i mandati dei dodici assessori. L’intera regione in questo momento è nelle sue mani. Durarà solo fino alla nomina della giunta che deve arrivare al più presto.

Di fatto, però, dopo mesi di campagna elettorale durante i quali anche il governo uscente non poteva più fare scelte, dopo polemiche sugli impresentabili, commissione antimafia con le mani legate dai tempi, legge Severino messa alla berlina, dibattitti sui rischi di annullamento del voto (abbastanza peregrini in realtà), arresti di deputati neo eletti, diffusione di notizie di indagine su altri, dopo tutto questo è ora di cominciare a lavorare.

Stop alle polemiche, stop alle chiacchere, stop alla stagione dei veleni e degli insulti, è il momento di lavorare. La Sicilia è al palo, la Regione non spende, i creditori sono sempre alla porta e molti in difficoltà (un esempio su tutti gli anni di ritardi nei pagamenti della formazione professionale), la disoccupazione è alle stelle e la ripresa sbandierata dai governi di centrosinistra siano essi della Regione o del Paese qui non si vede neanche con il cannocchiale.

Il bilancio, come lo stesso Musuemci e il suo assessore Armao hanno detto subito, è tutt’altro che risanato, al contrario è completamente allo sbando, l’amministrazione ha bisogno di essere riordinata per tornare nelle mani di persone competenti nei posti giusti (e non si parla di dirgienti generali, o almeno non soltanto, ma di organizzazione del lavoro anche ai livelli più bassi). C’è una Sicilia che ha voglia e bisogno di lavorare e che deve essere messa nelle condizioni di farlo.

Gli sprechi esistono ancora, nessuno lio ha toccati, quel che si è tagliato, al contrario, quasi ovunque sono, invece, i servizi a cominciare da quelli delle ex Province. Strade abbandonate in condizoni disastrose, scuole senza manutenzione, servizi ai disabili proprio nelle scuole mal finanziati quando vengono considerati. L’elenco è infinito.

C’è tanto lavoro da fare presidente. E non potrà certo farlo da solo. Serve una squadra competente ed agguerrita e tanto, tanto impegno. Adesso basta polemiche e divisioni. Rimboccatevi le maniche e mettevi a lavorare a partire dalla squadra. Ma fatelo tutti! Presidente, assessori (non appena ci saranno), tutti i 70 i deputati, burocrati e così via. Rimboccatevi le maniche perchè c’è una Sicilia che aspetta e spera. Ma c’è anche dio più. Lavorate e fateci sapere quel che state facendo perchè da troppi anni i siciliani sentono solo proclami, attacchi a categorie di lavoratori, licenziamenti come se fossero i lavoratori il problema e lo spreco e così’ via. Solo parole al vento. E adesso hanno bisogno di parole concrete perchè la trasparenza non può essere soltanto quella invocata dai giustizialisti a loro piacimento salvo poi cancellareogni strumento di comunicazione. La trasparenza deve essere la quotidianità della comunicazione ai siciliani di ciò che il loro governo sta facendo

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