Avrebbe ‘rovinato la vita’ ai figli, arrestandoli diverse volte per reati relativi allo spaccio e alla detenzione di droga. E’ la confessione di Roberto Vignozzi, l’ex postino di 72 anni, che ha ucciso il maresciallo Antonio Taibi, originario di Ventimiglia di Sicilia, in un agguato davanti alla casa del sottufficiale, nel centro di Carrara.

I filgi di Vignozzi erano stati condannati, martedì scorso, a un anno di reclusione dal tribunale di Massa. Il giudice, visti i precedenti, non ha potuto concedere attenuanti e così la pena è lievitata. Per il pensionato la colpa di quello che era successo a Riccardo e Alessandro era soltanto di quel carabiniere. E così ha deciso di vendicarsi. Resta da capire se in accordo con i familiari.

È questo che praticamente è emerso dalle indagini e dalle dichiarazioni di Vignozzi, a lungo sentito dal sostituto procuratore Alberto Dello iacono nella caserma La Plava, a pochi metri dall’ufficio della vittima. L’ex postino, dopo aver sparato, si è costituito in procura. Ha raggiunto Massa – l’omicidio è avvenuto in via Monterosso a Carrara – e, lasciata l’arma in auto è entrato in procura. Poi si è diretto dal cancelliere che conosceva perché era quello che gli firmava i permessi per le visite in carcere ai figli e gli ha detto che aveva ammazzato un uomo. L’uomo ha chiamato gli agenti e sono scattate le manette.

Vignozzi dopo essere scappato si è costituito. Il movente, come detto, è quella di una vendetta per i guai giudiziari: il maresciallo ha avuto a che fare con i figli dell’ex postino quando era in servizio al nucleo operativo di Carrara, dal 1996 al 2006. “Aveva rovinato la vita a me e ai miei figli”, ha detto confessando. La furia omicida, come spiegato sopra, ha avuto come scintilla la condanna dei figli, per una vecchia questione di droga. Uno di loro, Riccardo di 31 anni, nel 2013 venne fermato dopo una lunga serie di furti nelle scuole: in un caso aveva lasciato un biglietto su cui si definì Diabolik “per colpa della crisi”.

Secondo una prima ricostruzione, il killer ha suonato alla porta del carabiniere spacciandosi per un musicista: appena Taibi ha aperto è stato freddato da un colpo di arma da fuoco. Il carabiniere lascia la moglie e due figli, di 16 e 21 anni. Sul luogo del delitto il comandante provinciale Giovanni Semeraro: “Perdiamo un grande lavoratore, un padre di famiglia, ucciso in una maniera terribile sul pianerottolo di casa”. Sul posto anche il procuratore capo Aldo Giubilaro: “Posso dire poco o nulla delle indagini. Solo che c’è una vita spezzata”.
“È con commozione che mi unisco al dolore della famiglia del maresciallo dei Carabinieri, Antonio Taibi, e a tutta l’Arma, colpita da un terribile lutto”. Così il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha espresso il proprio cordoglio nel corso di una telefonata al comandante generale dell’Arma dei carabinieri, Tullio Del Sette. “I carabinieri, ancora una volta – ha affermato Alfano – pagano un alto tributo per garantire ogni giorno la sicurezza dei cittadini e dello Stato”.

“Il carabiniere ucciso a Carrara è originario di Ventimiglia di Sicilia, paese natale della madre Maria Portuese – dice il sindaco Antonio Rini.  – In paese venivano a trascorrere le vacanze estive per trovare pace e tranquillità lontano dalle frenetiche città e . In paese tutti ricordano Antonio come il “gigante buono”. La famiglia vive a Palermo in piazza Europa. Una persona splendida che amava la vita. La nostra comunità è molto colpita da questo lutto e proclamerò il lutto cittadino”.

(foto tratta dal sito de Il Tirreno)

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