Le promesse della politica continuano a rimanere lettera morta. Anzi, per citare il tipico dolce di Carnevale, chiacchere. L’ecomostro di via Tiro a Segno, a Palermo, è ancora in piedi. La struttura abusiva, al netto dei numerosi proclami degli ultimi anni, continua a stagliarsi nei pressi del molo di Sant’Erasmo, divenendo purtroppo terra di degrado e discarica a cielo aperto. A tal proposito, oggi Rap ha eseguito l’ennesimo intervento di bonifica dell’area. Sul posto sono intervenuti tre cassoni, due bobcat ed alcuni camioncini dell’azienda. Attività che proseguiranno anche nel pomeriggio e che hanno coinvolto una decina di operai.

Gli ultimi sviluppi sull’ecomostro

Ma nonostante l’impegno manifestato dai lavoratori della Rap, il quadro generale rimane sempre lo stesso. Una vicenda, quella dell’abbattimento dell’ecomostro, di cui si è tornato a parlare a novembre 2022. Durante un sopralluogo della IV Commissione consiliare, l’assessore Maurizio Carta annunciò infatti la volontà di conferire al Coime l’incarico per eliminare la struttura abusiva divenuta terra di degrado ormai da decenni. Come è noto infatti, l’area di via Tiro a Segno si è più volte trasformata in una discarica a cielo aperto di spazzatura e in un covo per tossicodipendenti e senzatetto. La nomina del Rup avviene cinque mesi dopo, con il conferimento dell’incarico per l’avvio dell’iter d’abbattimento ad Antonino Settepani.

Lo scontro politico

Da allora si è mosso poco o nulla. Gli uffici continuano a lavorare sotto traccia alle procedure burocratiche, ma di passi in avanti concreti se ne sono fatti pochi. Anzi, la politica si è messa a discutere perfino sull’idea stessa della demolizione. A maggio 2023 infatti il capogruppo di Forza Italia Gianluca Inzerillo propose di ristrutturare il plesso o comunque parte di esso al fine di riqualificare l’area e destinarla a scopi sociali. Fatto a cui si è oppose il gruppo di Fratelli d’Italia, che decise di sostenere l’idea della distruzione del fabbricato. Progetto però di cui si discute da tempo e che non si riesce a portare a termine.

Le condizioni poste dal Coime

Gli ultimi aggiornamenti risalgono al 20 ottobre 2023. In una lettera di risposta ad un’interrogazione consiliare sul tema firmata dal Rup Antonino Settepani e dal dirigente Francesco Teriaca, condivisa peraltro dall’assessore Maurizio Carta, vengono poste due condizioni imprescindibili per procedere all’abbattimento di via Tiro a Segno. La prima riguarda gli “approfondimenti da parte degli uffici preposti, riguardanti l’intervento di riqualificazione dell’area originata dalla demolizione dello scheletro, con riferimento all’utilizzo o meno della parte ipogea e sistemazione urbanistica del sito“.

Eseguita la bonifica dei luoghi

Il secondo è quello relativo alle attività di bonifica, ovvero la rimozione di tutti i rifiuti ingombranti e speciali gettati all’interno della struttura. Fatto che sta andando in scena oggi e che viene salutato con favore dalla IV Commissione Consiliare del Comune di Palermo. “Prendiamo atto con soddisfazione che oggi sono iniziati i lavori di bonifica e rimozione dei rifiuti da parte del personale della Rap nell’area dell’ecomostro di via Tiro a Segno – dichiarano Salvo Imperiale, Antonino Randazzo, Germana Canzoneri, Teresa Piccione e Giovanna Rappa -. Questo è il positivo risultato giunto dopo le nostre richieste per interventi mirati a restituire una migliore dignità e vivibilità. Di fatto, i lavori, per cui ringraziamo l’assessore Maurizio Carta, segnano un primo e determinante passo per l’abbattimento dell’Ecomostro con la contestuale rigenerazione complessiva di via Tiro a Segno“.

C’è ancora tanto da fare

Piccoli passi, troppo poco dopo anni di promesse non mantenute. Nel frattempo, oltre 140 famiglie della zona attendono importanti sviluppi non solo per l’abbattimento dell’ecomostro, il quale rappresenterebbe una grande passo verso la riqualificazione della zona, ma anche e soprattutto sul fronte dell’esecuzione dei lavori sul sistema fognario dei palazzi al civico 56. Fatto per il quale dall’Amministrazione sono stati stanziate le somme necessarie. Insomma, la strada è ancora lunga.

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