Ecomostro di via Tiro a Segno, riqualificazione o abbattimento? Questo è uno dei leitmotive che ha contraddistinto il dibattito all’interno del Consiglio Comunale di Palermo. Durante la seduta dedicata alle comunicazioni del 17 maggio, diversi consiglieri comunali di Sala delle Lapidi si sono soffermati sul futuro della struttura nei pressi di Sant’Erasmo. Ma se l’abbattimento, ad oggi, sembra la strada decisa dall’Amministrazione, qualcuno ha proposto un’alternativa. Come il capogruppo di Forza Italia Gianluca Inzerillo che, facendo una breve analisi costi-benefici, ha proposto una soluzione alternativa, ovvero quella della riqualificazione.

Il futuro dell’Ecomostro di via Tiro a Segno

Ed è proprio l’esponente di Forza Italia a rafforzare la proposta, spiegando ai nostri microfoni i motivi per i quali una riqualificazione sarebbe preferibile all’abbattimento della struttura. “I costi da sostenere per lo smaltimento del materiale di risulta dell’abbattimento sono decisamente importanti, visto che si tratta comunque di rifiuti speciali per i quali la ditta che si occuperà dei lavori dovrà seguire delle procedure ben precise. Spese che, rapportandomi con alcuni tecnici, sembrano essere uguali o comunque simili a quelle necessarie ad una riqualificazione del bene“.

Rimane da capire se l’attuale stato della struttura di via Tiro a Segno può garantire tale opzione. “Attendo la risposta dei tecnici del Comune sulla stabilità dell’immobile. Se con la stessa cifra, abbiamo la possibilità di riqualificarlo e di creare un polo da destinare a scopi sanitari o sociali, perchè non dovremmo farlo? E’ una struttura enorme. Ci sono tanti impieghi possibili a servizio della comunità“. Una decisione, quella sulla destinazione d’uso del bene, che secondo Inzerillo spetta al Consiglio Comunale. “Rappresentiamo l’organo eletto dai cittadini e quello più vicino agli stessi, in grado di sentire le esigenze e i sentori delle comunità del territorio”.

Avanza l’iter per l’abbattimento

Intanto però, l’iter per l’abbattimento procede. Ad occuparsi delle operazioni preliminari è il Coime. Il dirigente capo della maestranze comunali Francesco Teriaca ha provveduto a nominare il Rup per le procedure di abbattimento. Si tratta di Antonio Settepani, ingegnere a disposizione delle maestranze comunali. Superato quindi l’impasse derivato proprio dalla ricerca di una figura apicale che si dovesse occupare della procedura. Una nomina che però non sarebbe ancora determinante per le sorti della struttura. Per sbloccare le operazioni infatti servirebbe un ulteriore atto di indirizzo, come spiegato ai nostri microfoni dal dirigente Francesco Teriaca.

“Prima di abbatterlo, ci vuole una formale autorizzazione di Giunta, visto che è un bene confiscato alla mafia, dove devono inserire le specifiche e il perchè si sta scegliendo di abbatterlo”. La procedura burocratica, intanto, avanza. E’ lo stesso Teriaca ad indicare i prossimi step “. Abbiamo già fatto la manifestazione d’interesse, al quale hanno risposto tre professionisti fra i quali abbiamo scelto il profilo indicato. Bisognerà chiedere il preventivo per la progettazione della demolizione, per poi procedere per l’affidamento”. Pur tuttavia, il dirigente del Coime non chiude la porta ad un possibile cambio di rotta. “E’ una scelta che deve prendere l’Amministrazione. Nulla vieta all’Amministrazione di scegliere il recupero. Noi siamo semplici esecutori di una volontà”.

I problemi di via Tiro a Segno

Sulla strada al confine fra I e II Circoscrizione ci sono però problemi anche più contingenti. Fra questi la presenza di acque fognarie a cielo aperto proprio a pochi metri dall’ecomostro sopracitato. Liquidi che si depositano nelle stradelle laterali del plesso abitativo del civico 60. Palazzo nel quale abitano circa 140 famiglie, costrette giornalmente a fare i conti con l’acqua di fogna presente sul posto. Un fatto già noto almeno dal 2016, quando fu realizzata una conferenza di servizi alla presenza dei tecnici di Amap, Coime, e degli uffici comunali al fine di risolvere il problema. Da allora il Comune ha provato a sollecitare Amap ad un intervento. Ciò anche attraverso un’ordinanza sindacale del 25 gennaio 2021, con la quale l’allora sindaco Leoluca Orlando chiedeva un intervento urgente sul posto.

Da anni si attende infatti lo sblocco dei lavori sul sistema fognario. Secondo le ultime notizie che giungono dagli uffici, i tecnici dell’azienda Amap hanno consegnato il preventivo per concludere gli interventi per eseguire gli interventi necessari nei pressi dello stabile della II Circoscrizione. Opere che dovrebbero costare intorno ai 200.000 euro e per le quali si attende il via libero del Comune di Palermo. Interventi attesi da tempo e sui quali Palazzo delle Aquile dovrà comunque agire in fretta, vista la condizione igienico-sanitaria dei luoghi che, con particolare riguardo alle giornate di pioggia battente, diventando terra per pozze d’acqua fetide e malsane. Fatto attenzionato, nei giorni scorsi, dal consigliere della II Circoscrizione Giuseppe Guaresi, che ha lanciato un appello per liberare la strada dalle acque che si erano ammassate durante l’ultima ondata di maltempo. Operazion eseguite dalle maestranze dell’Amap, ma che fanno riflettere sulla necessità di opere urgenti sulla struttura.

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