L’elezione di Massimo Midiri a nuovo rettore dell’università di Palermo ha riacceso il duello a distanza tra l’uscente Fabrizio Micari e l’Ersu di Palermo con cui il rapporto spesso non è stato idilliaco. Le recenti polemiche legate ai servizi “migliorabili” sollecitati dallo stesso Micari, rivolgendosi proprio all’ente per il diritto allo studio universitario, si è in qualche modo rinfocolata con le dichiarazioni di oggi. A parlare è stato il presidente dell’Ersu palermitano, Giuseppe Di Miceli, che nel commentare l’elezione di Midiri ha senza mezzi termini sostenuto che c’era “grande voglia di cambiamento”.

L’elezione e il commento polemico

Massimo Midiri, docente di Diagnostica per immagini e radioterapia, è stato eletto ieri rettore dell’università di Palermo al primo turno di votazioni, con 1.463,17 preferenze, pari al 73% dei votanti. Guiderà l’università degli studi di Palermo per il sessennio accademico che va dal 2021/2022 al 2026/2027. “La straordinaria partecipazione al voto – evidenzia Giuseppe Di Miceli, facendo trasparire una evidente vena polemica – testimonia la grande voglia di cambiamento del corpo elettorale. Ha vinto Massimo Midiri e la dimensione del successo rende onore al suo impegno per la nostra università e a un programma ambizioso ma allo stesso tempo possibile. Ha vinto anche Francesco Vitale, per una campagna elettorale condotta con stile e correttezza nei confronti del suo competitor. Adesso, non ci troviamo davanti all’epoca di un semplice cambiamento ma davanti a un cambiamento epocale e a scenari che possono cambiare l’università integralmente”.

Appello agli stakeholder

Sfide che secondo Di Miceli tutti gli stakeholder devono contribuire in qualche modo a vincere per dare a Unipa un ruolo sempre più strategico per il territorio, la sua economia e la futura classe dirigente che deve potere studiare in Sicilia con le migliori opportunità formative: “Sarà importante – conclude il presidente dell’Ersu di Palermo – definire un nuovo rapporto con le città in cui insiste la presenza dell’università di Palermo, affinché possano essere sempre più accoglienti e trasformarsi in vere città universitarie”.

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