Le elezioni ormai prossime per il rinnovo del Consiglio dell’Ordine degli avvocati, a Palermo, rischiano di produrre un nulla di fatto o una pioggia di ricorsi oltre a sollevare ormai da settimane non poche polemiche ancor prima di essere consumate .

Il casus belli è la ricandidatura di alcuni avvocati che già hanno raggiunto il limite massimo di due mandati. Un limite peraltro sancito dalla Cassazione.
Tre le liste in corsa: “Liberi e indipendenti” guidata da Mario Bellavista e Michele Calantropo, “La forza dell’avvocatura” di Vincenzo Sparti e la lista dell’attuale maggioranza “Insieme per l’avvocatura” con a capo l’attuale vicepresidente Giuseppe Di Stefano.

Sono proprio il vice presidente Di Stefano, l’attuale tesoriere Maurizio Argento e i consiglieri Alessandro Gjomarkaj, Accursio Gallo e Cesare Faiella, tutti candidati nella lista “Insieme per l’avvocatura” a esser fuori dai parametri.

In più sul piatto un’altra questione: il via libera dal Consiglio nazionale forense alla candidatura di un avvocato del foro di Roma che ha già fatto due mandati consecutivi. Il Cnf ha dato parere favorevole al terzo mandato spiegando che in caso di elezione illegittima il consigliere si sarebbe dimesso facendo posto al primo dei non eletti. Una spiegazione che ha dato forza e legittimazione ai candidati palermitani.