Due anni a guardare gli altri votare, proporre, decidere. Oggi però, per alcuni panchinari della politica palermitana, potrebbe essere arrivato il momento di scendere in campo. Tutte le elezioni portano con se grandi cambiamenti. Specie se la tornata elettorale in questione fa riferimento alle Europee. Il voto dell’8 e 9 giugno modificherà di molto gli equilibri della politica regionale, ma anche di quelli del Comune di Palermo. A sei mesi dalla data fissata dal sindaco Roberto Lagalla per il rimpasto, c’è chi inizia a guardare all’appuntamento di dicembre con particolare interesse. Fra chi vuole un assessorato in più e chi non è rimasto soddisfatto dall’attuale status quo, i mesi post Festino saranno momento di grande riflessione. Al momento però, le preoccupazioni del primo cittadino sono altre, ad iniziare dallo stato di salute delle società Partecipate e dei relativi deficit sotto il profilo dei servizi. Comunque, quello del rimpasto è ancora un appuntamento lontano. C’è chi però, dopo queste elezioni Europee, guarda invece al presente. A quei cambiametni possibili e vicini nel tempo. Ad una finestra di opportunità per ottenere uno scranno a Palazzo delle Aquile o all’Ars.

La staffetta nel PD

Una categoria in cui rientra Fabio Teresi. L’ex presidente della V Circoscrizione di Palermo è il primo dei non eletti in casa PD. Sostenitore della corrente di Antonio Rubino, Teresi ha appoggiato la candidatura di Giuseppe Lupo. Scelta rivelatasi vincente. L’ex deputato regionale dell’Ars si insedierà a breve a Bruxelles e potrebbe decidere, con ogni probabilità, di seguire la scelta politica fatta in precedenza da Fabrizio Ferrara e da Marianna Caronia di non aver un doppio mandato. In questo caso, il suo scranno in Consiglio Comunale passerebbe proprio allo stesso Teresi. Passaggio che in molti fra i Dem ritengono praticamente cosa fatta.

Potrebbe cambiare poco in Fratelli d’Italia

Discorso diverso in casa Fratelli d’Italia. Giuseppe Milazzo ha riconquistato lo scranno di eurodeputato, attestandosi intorno alle 64.000 preferenze. Al di là del peso del voto, che lo posiziona comunque primo fra i meloniani in Sicilia dopo Giorga Meloni, in molti riflettono sul suo futuro a Palazzo delle Aquile. Milazzo ha avuto un ruolo chiave in diversi passaggi dell’Amministrazione Lagalla, come ad esempio sul fronte dei bilanci. La linea dura tenuta da Milazzo in alcune sedute chiave ha trascinato il centrodestra a rapide approvazioni dei documenti contabili. Fatto che ha sicuramente agevolato il lavoro dell’ex vicesindaco Carolina Varchi. C’è da dire però che, durante le sedute plenarie a Bruxelles, Milazzo non ha potuto e non potrà essere presente a Sala delle Lapidi.

Fatto che riduce di numero i meloniani, già gravati da una seconda assenza di peso come quella di Francesco Scarpinato, impegnato al momento nell’incarico di assessore ai Beni Culturali nella Giunta di Renato Schifani. Qualcuno ipotizza quindi un passaggio di consegne con Valentina Caputo, prima dei non eletti in quota Fratelli d’Italia ed ex candidata di coppia di Fabrizio Ferrara, deputato regionale e sostenitore della corrente dello stesso Giuseppe Milazzo. Un ipotesi che, da fonti di Radio Palazzo, viene ritenuta ancora incerta visto che i rapporti fra la Caputo e il partito si sarebbero raffredati negli ultimi mesi.

Forza Italia attende la decisione di Tamajo

C’è poi la questione aperta in Forza Italia. Edy Tamajo è sempre di più il faro del partito a Palermo e in Sicilia. Una vittoria sul campo che segue a quella delle scorse elezioni regionali nella forza e nei numeri. Adesso però, l’assessore alle Attività Produttive dovrà fare una scelta: rinunciare al seggio a Bruxelles, giocando di squadra nel partito e consentendo così l’elezione di Caterina Chinnici al Parlamento Europeo, oppure decidere di intraprendere la strada che porta a Bruxelles, lasciando così lo scranno all’Ars. Fra il ruolo di deputato regionale e quello di eurodeputato c’è infatti incompatibilità. Nel primo caso, il problema non si porrebbe.

Nel secondo però, all’Assemblea Regionale Siciliana potrebbe entrare uno che Sala d’Ercole la conosce bene come Francesco Cascio. Il primo dei non eletti in Forza Italia ha un ruolo di spicco in Sicilia Digitale, ma potrebbe guardare con un occhio d’interesse a quanto succede nel partito. In seconda battuta ci sarebbe però Pietro Alongi. L’attuale assessore all’Ambiente del Comune di Palermo è il secondo dei non eletti. Un suo coinvolgimento nella partita all’Ars è improbabile ma non impossibile. In quest’ultimo caso, per Roberto Lagalla, la lunga corsa al rimpasto di dicembre potrebbe aprirsi ben prima del previsto.

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