“Non è più accettabile che in Sicilia le candidature delle donne vengano intese come riempitive, orientate in partenza al fallimento o strumentali per agevolare l’elezione di candidati maschi!” – così dichiara Milena Gentile, Presidente di Emily Palermo, l’associazione che dalle sue origini, a cominciare da Alessandra Siragusa, porta avanti la battaglia della parità di genere nella rappresentanza politica.
In vista delle prossime elezioni nazionali del 4 marzo 2018, regolate dal Rosatellum bis – Legge n. 165/2017 – che impone, su base nazionale, che almeno uno dei due generi sia rappresentato nel 40% delle candidature nei collegi uninominali e nel 40% dei capolista nei collegi plurinominali, già serpeggia tra i partiti l’intenzione di candidare le donne nei collegi uninominali destinati con certezza al fallimento o collocarle a capolista nei listini plurinominali solamente nelle regioni dove le donne hanno da tempo un maggiore radicamento politico. Altra tendenza che in queste ore si va registrando, per eludere gli effetti benefici dell’alternanza donna/uomo nelle liste bloccate, è quella di candidare le stesse donne in molti collegi, sfruttando al massimo la previsione della legge che consente fino ad un massimo di 5 candidature in diversi collegi plurinominali, così lasciando spazio a un numero maggiore di candidati uomini.
“Questo atteggiamento sprezzante nei confronti delle regole e della partecipazione politica delle donne – continua Gentile – sarebbe ancora più grave in un partito come il PD, che ha fatto degli strumenti di riequilibrio della rappresentanza di genere un tratto programmatico distintivo”.
Per scongiurare questo pericolo, Emily Palermo, come già le donne del PD di Veneto ed Emilia Romagna, chiede di arrivare al 50% di candidature femminili sia nei collegi uninominali che in qualità di capolista nei collegi plurinominali, e rivolge il suo appello al Segretario Matteo Renzi perché si faccia garante di una reale, piena parità di genere nelle candidature nelle liste del PD e dell’intera coalizione di centrosinistra, almeno in Sicilia. Anche e soprattutto in considerazione della gravità della situazione locale, dove il Parlamento regionale, appena rieletto, vede la presenza femminile attestarsi alla vergognosa percentuale del 16%, tra le più basse d’Italia.
Emily Palermo, che recentemente ha elaborato una proposta di disegno di legge regionale, denominata Premialità di Genere (una sorta di rivisitazione della L. n. 13/2014, che prevede una premialità, stavolta in seggi e non pecuniaria, per le liste che fanno eleggere almeno il 40% del genere meno rappresentato), ritiene imprescindibile che le leggi di riequilibrio della rappresentanza di genere vengano applicate con massimo rigore proprio dai partiti di quelle regioni, come la Sicilia, dove è maggiore la resistenza nei confronti dell’affermazione politica delle donne.
Emily auspica, infine, che la tutela della parità di genere, che discende dall’attuale legge elettorale, possa indurre il PD e i partiti di centrosinistra ad agevolare la reale elezione di donne con una storia e una credibilità politica, l’unico antidoto contro la perdita di consensi, di credibilità e di autorevolezza del centrosinistra. Conclude Milena Gentile, “Come ci ha insegnato Pericle, una carica politica deve andare a chi vale e se l’è meritata, altrimenti si minano le basi della democrazia e ci si avvia alla decadenza”.
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