“Dobbiamo mettere in campo una proposta competitiva per questa regione, che sia in discontinuità con la condizione di difficoltà che abbiamo avuto in questi anni. Questa proposta la tireremo fuori presto, aldilà dello strumento con cui selezioneremo la candidatura”. Lo ha detto il sottosegretario alla Salute Davide Faraone a margine di un’iniziativa nella zona industriale Brancaccio, a Palermo, parlando della scelta del candidato governatore della Sicilia, dove si vota il 5 novembre per le regionali.   Ieri, in un convento a Baida, si è svolta un’ iniziativa del
Pd finalizzata a riproporre anche alla regione il “modello Palermo”, che alle amministrative di giugno ha portato alla composizione di una coalizione di campo largo, che ha portato alla rielezione di Leoluca Orlando alla carica di sindaco a Palermo.

 

“A Palermo abbiamo vinto le elezioni amministrative. Siamo dell’idea, a Roma come a Palermo, che non si possono sommare forze politiche, a prescindere dai contenuti: come PD abbiamo l’ambizione di essere un partito guida che sta insieme per il futuro della Sicilia non per sconfiggere gli altri. Questo è l’obiettivo che dobbiamo avere e sono fiducioso che vinceremo le regionali”. ha aggiunto il sottosegretario A chi ha fatto notare che ad avviare una discussione con “gli alleati” sarà Leoluca Orlando, rieletto sindaco a Palermo con un progetto civico formato dai partiti alla coalizione composto da Pd, Sinistra italiana PRC, Sicilia futura, Ap e Centristi per l’Europa, che non ha in tasca alcuna tessera di partito, mentre
l’assise di ieri ha di fatto scaricato Rosario Crocetta,  Faraone ha risposto: “la parola la discontinuità la dico da tre anni. Orlando sta rivestendo un ruolo importante; oltre ad essere sindaco della quinta città d’Italia è una persona importante rispetto alla storia del centro sinistra siciliano”.
“Non c’è una sintesi affidata a qualcuno – osservato – La sintesi è affidata la volontà di vincere elezioni a governare bene”. “Noi non veniamo da cinque anni di buon governo. L’esperienza Crocetta è chiusa, finita. Già tre anni fa ho detto che continuarla sarebbe stato da Tso e lo ribadisco”.

“Bisogna immaginare un percorso per il futuro che sia in continuità con quello nazionale. Il modello Renzi e del Pd nazionale – ha concluso – è quello vincente: niente sommatoria di cose che sono in piedi per sconfiggere gli altri ma qualcosa di innovativo che vada sulla falsa riga di quello nazionale”.