• Il Pd impugnerà al Tar il provvedimento della Regione che dispone le elezioni a Vittoria
  • Secondo l’opposizione, la Regione ha fatto slittare i tempi sulla tornata elettorale
  • Sotto attacco c’è il presidente della Regione, Nello Musumeci

“Impugneremo al Tar il provvedimento di rinvio ingiustificato che è una violenza alla vita democratica di una città da oltre 60mila abitanti. Un atto indegno che non mancherò di ricordare a Musumeci fino all’ultimo giorno della sua presidenza”. Lo afferma il parlamentare regionale del Pd,  Nello Dipasquale, dopo la decisione del Governo regionale di fissare la data delle elezioni per le amministrative a Vittoria ed a San Biagio Platani, i due Comuni siciliani sciolti per infiltrazioni mafiose.

Il pressing del Pd

Il deputato del Pd, proprio ieri, ha depositato un esposto in Procura per abuso d’ufficio, in relazione ad un paventato congelamento delle elezioni, mentre il parlamentare nazionale del Pd, Carmelo Miceli, ha presentato una interrogazione al ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese. Ma se prima il timore è che non si facessero le elezioni, adesso il Partito democratico accusa Musumeci di aver fatto slittare le elezioni a Vittoria. E prende ad esempio Tremestieri etneo, dove si voterà il 14 ed il 15 marzo.

Accuse a Musumeci

“E’ una vergogna e un affronto per il laborioso popolo vittoriese – dichiara ancora Dipasquale – perché per ragioni che solo il Musumeci può comprendere si è deciso si sospendere la democrazia a Vittoria più del dovuto: infatti, l’ultimo decreto legge in tema di elezioni amministrative stabiliva che per i comuni sciolti per mafia, ed è il caso di Vittoria, le elezioni erano da celebrarsi entro il 20 maggio. Quindi, la Regione avrebbe potuto scegliere qualsiasi data entro questa forbice, ma mentre viene scelta metà marzo per Tremestieri Etneo, per Vittoria si è deciso di arrivare agli ultimi giorni utili. I vittoriesi, che non sono sciocchi, si ricorderanno di Musumeci e del trattamento che a loro è stato riservato da questo Governo regionale di incapaci”.

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