Il Comitato di lotta Prendocasa Palermo lancia un’altra giornata di lotta. Domani, mercoledi’ 8 giugno, infatti, alle ore 19.00 avrà luogo una seduta del consiglio comunale. All’ordine del giorno, “ancora una volta, nessun punto di discussione sulle emergenze sociali, nessuna proposta di risoluzione di una questione centrale nella nostra città: l’emergenza casa”.

Non possiamo più vivere – fa sapere il Comitato – sotto il ricatto degli sfratti e degli sgomberi. Per 1600 nuclei familiari ad oggi iscritti alle liste d’emergenza abitativa, non c’è nessuna certezza di avere assegnata una casa dove abitare. All’inizio del mandato di Leoluca Orlando, la stessa lista contava 800 famiglie in meno.
Quali sono i piani di questa amministrazione comunale allora, per rispondere allo stato di necessità di queste famiglie?”

“Dopo un lungo silenzio – prosegue il Comitato Prendocasa – ecco il materializzarsi di una concreta misura che ha un forte sapore politico, un sapore amaro e (forse per qualcuno) inaspettato: infatti gli assessori di Orlando hanno firmato il mese scorso un provvedimento di attuazione di 600 sgomberi, per riprendere possesso di strutture pubbliche, in tutto il territorio palermitano. Strutture, ormai da anni, occupate da centinaia di famiglie che, nella maggior parte dei casi, aspettano l’assegnazione di un alloggio popolare da decenni, e che nel frattempo si sono adoperate per garantirsi comunque una casa dove abitare.

Il dato che ci restituisce quest’amministrazione, dopo le sollecitazioni di piazza degli ultimi mesi, è quello di una incontrovertibile chiusura. Di assenza voluta e definitiva dallo scenario emergenziale che essi stessi hanno creato e foraggiato. Se non per alimentare interessi di privati nella gestione speculativa dell’emergenza, come di consueto nella politica nostrana. Il riferimento è alle misure di social housing, buone per chi possiede strutture ricettive o imprese per la nuova edilizia. Con l’unico risultato di ingozzare i privati e alimentare un indotto che non porterà mai alla chiusura dell’emergenza ma al suo aumento indefinito.

Il silenzio non è di casa – tuona il Comitato – la rassegnazione non ci appartiene e le ingiustizie vanno fatte pagare. Il prezzo politico che imponiamo alla giunta, non potrà mai essere pari al danno inferto alle migliaia di persone che ogni giorno vengono private della casa con la colpa unica di non potere pagare l’affitto. O alla criminalizzazione delle forme di auto-organizzazione che prendono vita dal centro alle periferie, come le occupazioni di immobili sfitti o abbandonati e il loro ripristino dal basso.
Occorre trasformare quella rabbia in proposta, occorre che le decisioni sulla destinazione dei fondi alle emergenze (leggi speculazioni) vengano dirottate verso percorsi utili. E che soluzioni tampone come piani di affitti a privati, case famiglia che spaccano nuclei familiari interi, social housing e consimili vengano eliminati nel lungo termine dalle consuetudini gestionali della città di Palermo.
Occorre che le case sfitte, pubbliche e private, vengano requisite per l’emergenza e assegnate alle famiglie iscritte in lista. Occorrono nuove case popolari e una sanatoria delle case occupate. Queste sono le uniche misure emergenziali da attuare.
Con queste premesse e queste proposte saremo in Piazza Verdi domani 8 giugno alle 17:30. Punteremo al Palazzo delle Aquile, pronti a scuotere ancora una volta i programmi e i banchetti del sindaco Orlando, affinché non si adagi sulle certezze che i suoi commensali gli restituiscono su una gestione scellerata della città. Nessuna fiducia nelle istituzioni! Solo la lotta paga!”.

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