Commemorazione dei defunti amarissima per chi si trova ad avere un proprio congiunto al cimitero palermitano dei Rotoli. Sono oltre mille le bare accatastate in attesa di una degna sepoltura, e molte le tombe irraggiungibili perché pericolanti o divorate dalla vegetazione.
Stamattina si è tenuta nel grande camposanto la messa di commemorazione dei defunti, presente anche il sindaco della città.

Serve una riqualificazione complessiva

Roberto Lagalla ha dichiarato ai nostri microfoni, in merito alla emergenza dei Rotoli: “E’ una giornata di commemorazione in un luogo che è al centro dell’attenzione e del dolore dei palermitani da tanti anni, per uno stato di incuria che si protrae nel tempo. Stiamo cercando, come abbiamo fatto fino a questo momento, di limitare tutti quelli che sono inconvenienti di lunga data, abbiamo avviato il processo di sistemazione delle tombe ma la verità è che questo cimitero ha dei deficit strutturali ai quali bisognerà mettere poi ulteriore mano attraverso una riqualificazione complessiva”.

Ancora tempi lunghi per le bare in attesa, ci vorrà almeno un anno

Impossibile non chiedergli quando troveranno sepoltura le bare in attesa da anni. Nessuno ha la bacchetta magica, questo è chiaro, ma il problema non verrà risolto a breve. Ci vorrà ancora del tempo. “Io spero – ha detto il sindaco – che nel giro di un anno la vicenda delle bare insepolte possa essere risolta, siamo già a 1100, significa 300 in meno di quelle che abbiamo trovato, avendo dato, tra l’altro, copertura ai nuovi arrivi. Quindi io mi auguro che nel giro di un anno si possa mettere fine a questa vicenda tristissima e iniziare i lavori di riqualificazione strutturale complessiva del cimitero”. Tanto, troppo tempo per i parenti dei defunti.

L’assessore Orlando: “Abbandono e negligenza non più tollerabili”

Presente alla messa ai Rotoli anche Salvatore Orlando, assessore comunale alle Infrastrutture cimiteriali.
“Questa situazione – ha detto – è termometro di un cimitero che ha vissuto la disattenzione da parte del Comune e da parte della società civile e di tutti.
Noi siamo impegnati giornalmente a fronteggiare emergenze e stiamo lavorando per rimettere in condizioni dignitose questa struttura, questo camposanto.
Dobbiamo ridare dignità alle persone che sono sepolte e a coloro che aspettano la sepoltura.
La vicenda di oggi è emblematica di un sistema di abbandono e di negligenza che non è più tollerabile da parte, in questo caso, anche della struttura amministrativa.
Da lunedì interverremo con una ditta per mettere le salme di quella tomba in condizioni di ricevere quantomeno un fiore”.

La vicenda della tomba sprofondata

La vicenda alla quale fa riferimento l’assessore Orlando è quella di un uomo e della madre che hanno trovato la tomba di famiglia sprofondata. E adesso non sanno nemmeno dove sia il proprio congiunto.
Giuseppe Giallanza ha raccontato con dolore a BlogSicilia quanto accaduto, una storia che risale al 2017.
“E’ successo – dice – che quando nel 2017 morì mio padre abbiamo notato che c’era la tomba divelta dalle radici di un cipresso, abbiamo fatto istanza al Comune di Palermo affinché questo albero fosse abbattuto ma nessuno ha fatto nulla sino al 30 marzo scorso quando ci hanno pensato le condizioni meteo. Durante il violento temporale di quella giornata, l’albero è caduto da solo e la situazione adesso è quella che vedete”.
La tomba, in effetti, è sprofondata.

“Dal Comune solo silenzio”

Da marzo la tomba è transennata. E i parenti dei defunti non sanno come uscire da questa incresciosa situazione, dal momento che vorrebbero soltanto il decoro che spetta ai propri morti.
Prosegue Giallanza: “Dal Comune in questi mesi solo silenzio assoluto e così non va bene.
Non c’è rispetto per i morti, non c’è rispetto per il cittadino, per i parenti dei defunti”.

La drammatica denuncia: “Non sappiamo dov’è la bara di mio padre”

Il figlio del defunto chiede aiuto alle istituzioni e al Comune di Palermo, perché, allo stato attuale, non sa se suo padre sia ancora all’interno della tomba. Spiega infatti: “Noi non sappiamo più se c’è ancora mio padre.
La tomba è stata scavata dalle radici dell’albero per cui la bara potrebbe essere andata a finire giù, in profondità.
Pensiamo che qualcuno potrebbe averla trafugata, o magari è stata rimossa dagli impiegati del cimitero.
La cosa scandalosa è che non sappiamo nulla e nessuno ci ha dato informazioni su quanto stava accadendo.
Siamo stati noi a renderci conto della situazione, da soli. Ci sentiamo abbandonati”.

L’arcivescovo di Palermo: “Basta lo scempio delle bare in attesa”

“Noi dobbiamo custodire i corpi. A cominciare da questo luogo, da questo cimitero. Non possiamo continuare ancora a vedere i corpi dei nostri cari profanati. Ci dev’esser dato di venire a commemorare i nostri morti in una degna dimora”. E’ una dura requisitoria quella pronunciata dall’Arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice nel corso dell’omelia in occasione della Celebrazione eucaristica per la commemorazione dei defunti nella Cappella del Cimitero di Santa Maria dei Rotoli.
“Occorre individuare – ha proseguito il presule – le responsabilità di questo scempio. Giustizia e rispetto dei nostri morti, chiedono che venga allo scoperto l’origine di questa profanazione. Occorre agire tempestivamente sulle cause. Chiamarle per nome. Non ci saremmo aspettati di avere sotto i nostri occhi anche quest’anno una tale orribile e nefasta visione. Burocrazia, interessi occulti, e deresponsabilizzazione devono avere un nome. Non è più tempo di rimandare”.
“Noi chiediamo di venerare i nostri morti. I palermitani, non siamo cittadini e cristiani che profanano i morti.
La coscienza e la corresponsabilità civile e cristiana della nostra città – ha concluso l’arcivescovo – ci obbliga ad indignarci e a protestare. Rivendichiamo uniti una degna sepoltura dei nostri cari defunti”.

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