“L’audizione parlamentare è stata positiva poiché abbiamo dimostrato, dettagliatamente, le misure attuate dal Comune di Palermo al fine di superare le criticità presenti nel sito di Bellolampo a seguito dell’esaurimento della sesta vasca” Lo afferma Giusto Catania, assessore all’ambiente del Comune di Palermo, che oggi ha relazionato in quarta commissione all’ARS sulla
situazione di Bellolampo.
“Abbiamo evidenziato che l’amministrazione comunale di Palermo sta elaborando un piano per la raccolta differenziata in tutta la città, ancora più necessario alla luce del continuo slittamento della
realizzazione della settima vasca – prosegue -. Spiace constatare l’assenza dei rappresentanti di Arpa che, cosi come abbiamo evidenziato nel corso dell’audizione, ha dato una rappresentazione sovraddimensionata della quantità di rifiuti presenti sull’area del TMB. A Bellolampo non c’è alcun disastro ambientale ma c’è una criticità che stiamo affrontando e risolvendo tempestivamente. Abbiamo chiesto ai rappresentati istituzionali di sostenere lo sforzo della città per superare la fase difficile e riteniamo positiva la soluzione avanzata dalla Regione che prevede di anticipare sette milioni di euro, equivalente a circa il 30% dell’accertamento di costi storici sostenuti a Palermo per lo smaltimento del percolato delle vasche dismesse. Siamo fiduciosi che vi sarà una proficua collaborazione da parte del Governo e dell’Assemblea Regionale Sicilia – conclude Catania – e confidiamo che tale spirito possa coinvolgere anche gli organi di
controllo al fine di superare, con sforzo straordinario, l’attuale fase di difficoltà”.
“Sui quantitativi di rifiuti a Bellolampo occorre fare chiarezza una volta per tutte. Per questo chiederò la convocazione dei rappresentanti dell’Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente a Palazzo dei Normanni, visto che oggi erano assenti in quarta commissione all’Ars”.
Lo afferma dal deputata regionale del M5S , Roberta Schillaci,
“Catania – dice Schillaci – parla di 25 mila tonnellate di rifiuti da smaltire a Bellolampo, l’Arpa conferma o questi dati sono di gran lunga superiori? Si tratta solo di una sitauzione ‘critica’, come dice Catania, o c’è di più, visto che la stessa Arpa aveva paventato il rischio di un disastro ambientale, mentre gli abitanti della zone limitrofe alla discarica sono a costretti a tenere le finestre chiuse per l’olezzo che arriva dalla discarica? Del resto che la situazione sia grave è testimoniata anche dall’avvio di un’inchiesta da parte della procura di Palermo”.
Il potenziamento della raccolta differenziata a Palermo, per la Schillaci, ma anche per il M5S, che ha più volte denunciato i numeri del tutto insufficienti, non è più procrastinabile.
“Non solo – afferma la deputata – va anche controllata la sua regolarità. Ci risulta infatti che parecchi residenti delle zone dove la differenziata è partita, vanno a conferire i rifiuti nei cassonetti delle zone dove la differenziata deve ancora partire e questo non fa che abbassare le percentuali già basse del Comune, contribuendo ad intasare la discarica”.
“Ci auguriamo – conclude la deputata – che Catania attui veramente i progetti sulla differenziata annunciati oggi e che non siano i soliti vuoti proclami, cui il Comune purtroppo ci ha abituati”.
“La situazione in cui versa Bellolampo – aggiunge il deputato regionale Giampiero Trizzino – rivela una totale incompetenza da parte delle autorità preposte. Una situazione gravissima e neanche si vede ancora all’orizzonte la realizzazione della settima vasca, che non vedrà la luce fino al 2021, con ricadute negative da un punto di vista economico ma soprattutto ambientale. Un intervento che doveva essere assicurato dal commissario delegato per l’emergenza rifiuti, Musumeci, che finora non si è rivelato all’altezza del compito”.
Alla seduta di oggi in commissione era presente anche il consigliere comunale 5 stelle di Palermo, Antonino Randazzo. “Sono forti – ha affermato Randazzo – le preoccupazioni per i costi che sta sostenendo la Rap per trasportare e smaltire i rifiuti presso le discariche di Catania, e adesso anche presso i tmb di Alcamo, Enna, che rischiano di metterla in sofferenza finanziaria”.
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