• Nuova protesta delle cinque famiglie che vivono all’interno dell’ex monastero di Sant’Andrea a Palermo
  • Hanno occupato i locali dell’assessorato comunale alle Politiche sociali
  • Devono lasciare il monastero, di proprietà della Curia
  • Chiedono al Comune di trovare una soluzione definitiva al loro disagio abitativo

Tornano a protestare le famiglie che da diversi anni vivono all’interno dell’ex monastero di Sant’Andrea di piazza Parlatoio, nel quartiere Olivella a Palermo, e che rivendicano il loro diritto alla casa.

Il paventato sgombero e l’occupazione dell’assessorato

Le famiglie, supportate dal Centro sociale ExCarcere e dal Comitato territoriale Olivella, “da settimane – si legge in una nota del Centro sociale e del Comitato – si stanno mobilitando contro le minacce di sgombero da parte della proprietà dell’immobile, la Curia palermitana, e hanno occupato i locali dell’assessorato alle Politiche sociali del Comune di Palermo di via Garibaldi.
Le famiglie hanno l’obiettivo di ottenere un incontro con l’assessore a seguito delle ennesime minacce ricevute dagli assistenti sociali. I nuclei familiari erano stati convocati stamattina per un ulteriore colloquio con gli assistenti sociali per firmare la rinuncia a delle misure tampone e non risolutive dell’emergenza”.

La proposta del Comune

Si legge ancora nella nota: “Il Comune aveva infatti proposto loro di accedere al pagamento di un anno di affitto; una soluzione tampone e che non dà garanzie neanche a breve termine, visto che accade spesso che nel corso dei mesi i soldi non arrivino in tempo per pagare l’affitto e le famiglie rischiano nuovi sfratti.
Gli occupanti hanno dunque deciso di entrare negli uffici dell’assessorato comunale e di restarci, occupandoli, per lanciare un messaggio chiaro all’amministrazione: ‘invece di perdere tempo con le minacce, trovate le case per queste famiglie!'”.

La manifestazione di sabato scorso davanti Palazzo delle Aquile

Le famiglie che hanno occupato l’assessorato scandiscono queste parole: “Case subito”. E non è la prima volta che scendono in piazza. Sabato scorso si erano riunite davanti Palazzo delle Aquile, sede del Comune.
Nelle ultime settimane è stato lanciato un appello rivolto alla società civile per sostenere queste cinque famiglie che  chiedono al Comune una abitazione nella quale vivere dignitosamente. Una precedente protesta si era tenuta davanti il Palazzo Arcivescovile di Palermo.

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