Non c’è pace per i morti a Palermo, almeno per quelli che dovrebbero essere tumulati al cimitero dei Rotoli, dove ormai è emergenza infinita.

Nonostante il ‘piano cimiteri’ del Comune, e gli annunci per rassicurare i parenti dei defunti, ancora in attesa di una degna sepoltura per i loro cari, ai Rotoli aumenta ancora il numero delle salme in deposito. Ormai non si sa più dove mettere le bare accatastate.

Come si legge sul Giornale di Sicilia, il deposito del cimitero e la Sala Bonanno, che accoglie centinaia di bare, sono ormai al collasso. Al momento, le salme in attesa di sepoltura sono 503. E questo nonostante le operazioni di spurgo e la liberazione di alcune nicchie per nuove inumazioni.

I lavori procedono a rilento, e ai Rotoli continuano ad arrivare bare per le quali non c’è posto. Non è diversa la situazione neppure nei gazebo allestiti per fronteggiare l’emergenza.

Eppure al cimitero dei Rotoli c’è il forno crematorio, che però è fermo dal 15 aprile, quindi non funzionante.
Il 5 giugno scorso l’amministrazione comunale ha approvato una delibera che autorizza un prelevamento di 220 mila euro dal fondo di riserva in esercizio provvisorio, da destinare alla manutenzione straordinaria del forno crematorio nel cimitero palermitano. Ma il forno crematorio ancora non è stato riparato.

Il risultato è, come si legge ancora sul Giornale di Sicilia, che per cremare un defunto bisogna andare a Cosenza. In Sicilia, infatti, c’è solo un altro forno crematorio, quello di Messina, ma ha una lista di attesa lunghissima, e non prima di tre mesi è possibile cremare una salma.

Secondo l’ultima ordinanza del Comune, che aveva invitato i parenti dei defunti a scegliere l’opzione cremazione, sarebbe stato il Comune stesso a sobbarcarsi le spese di viaggio della salma verso altri forni crematori. La gara che ha indetto il Comune, però, non si è ancora conclusa, quindi al momento, chi vuole cremare il proprio defunto, deve accollarsi spese non indifferenti, che non tutte le famiglie sono in grado di sostenere anche se dovrebbero poi ottenere un rimborso dal Comune.

“Per tutti coloro che scelgono la cremazione il Comune paga le spese fin quando non sarà attivo il forno a Palermo – precisa l’amministrazione comunale – Ci sono due possibilità: o le famiglie provvedono subito autonomamente e poi hanno un rimborso (fino a 1.000 euro) oppure attendono che sia esperita la gara del Comune che è già in corso. Il problema è che di fatto in questo momento in Sicilia non si fa incenerimento perché l’unico altro forno è a Messina e ha una lista d’attesa di tre mesi e mezzo, l’altro più vicino è a Cosenza”.

Chi non può permettersi le spese della cremazione non ha altra possibilità che quella di lasciare la bara in deposito: dolore che si aggiunge al dolore della perdita di chi si è amato.

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