E’ stato presentato nella sede di Scenario Pubblico, a stampa e pubblico, il FIC Fest – Focolaio d’Infezione Creativa, festival dedicato alla coreografia emergente, fortemente voluto da Roberto Zappalà, direttore artistico del Centro Nazionale di Produzione della Danza.

Nei fine settimana del 5|6 maggio e 12|13 maggio, il FIC fest ci proporrà due serata ricche di emozioni in danza accompagnate dalla musica dal vivo. Dopo averli visti danzare tante volte nelle creazioni della Compagnia Zappalà Danza, con il progetto FIC è possibile apprezzare anche in qualità di coreografi alcuni danzatori attuali e del passato della stessa compagnia che hanno contribuito allo sviluppo del linguaggio ideato da Roberto Zappalà, MoDem, – Movimento Democratico. I protagonisti e coreografi del FIC Fest 2018 sono Fernando Roldán Ferrer, Claudia Rossi Valli, Ilenia Romano, Valeria Zampardi, il Collettivo QBR (Alain El Sakhawi, Fernando Roldan Ferrer, Valeria Zampardi) e Gaetano Badalamenti, che partendo da un percorso comune proporranno ognuno un quadro coreografico declinato tramite le proprie visioni, suggestioni ed esperienze artistiche, dialogando e contaminandosi con la musica dal vivo grazie anche alla collaborazione con l’AME Associazione Musicale Etnea.

Ilenia Romano sarà infatti accompagnata dalle percussioni di Carlo Condarelli mentre gli altri coreografi realizzeranno le creazioni in stretta collaborazione con i musicisti della Piccola Orchestra Giovanile dell’Etna Jacaranda, fondata e promossa dall’AME Associazione Musicale Etnea e diretta da Puccio Castrogiovanni, rinomato virtuoso di marranzano (scacciapensieri) e cofondatore del gruppo catanese dei Lautari.

Il progetto FIC, Focolaio d’infezione creativa è vincitore del “Bando 2 Nuove Opere” afferente al programma Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura (Edizione 2017) della SIAE.

La prima serata, dal titolo FIC 1 – in programma sabato alle 20.45 con replica domenica 6 maggio alle 19.30 – metterà in scena il quartetto “Le Ragazze” di Claudia Rossi Valli e il solo “Haeresis” di Fernando Roldan Ferrer.

Claudia Rossi Valli, intervenendo per prima tra i coreografi, ha spiegato come il suo lavoro Le Ragazze, tutto al femminile, sia stato sviluppato con quattro giovani interpreti e attraverso la generosità di ognuna di loro. Lo spettatore sarà invitato ad osservarle nel loro giardino privato, un Eden sospeso, un attuale dèjeuner sur l’herbe, dove le stagioni trascorrono lievi, tra confidenze e danze che s’intrecciano. Tre musiciste dell’Orchestra Jacaranda parteciperanno al lavoro con un prezioso contributo.

Fernando Roldan Ferrer invece con Haeresis (dal greco “scelta” da cui poi è derivato il termine “eresia”) realizzato insieme al danzatore Alessandro Sollima, ha lavorato sui concetti di giudizio e pregiudizio e sull’ambiguità, della condizione e scelta di accettare, di essere accettati o di rifiutare di farlo. Con la sua performance l’intenzione è quella di dare spazio al lato “eretico” di ognuno scegliendo di fare vedere al pubblico ciò che solitamente non si mostra o che non traspare.

Il secondo appuntamento è previsto il weekend successivo, sabato 12 alle 20.45 e in replica domenica 13 maggio alle 19.30. FIC 2 vedrà in scena la coreografa Ilenia Romano con “On Time #2”, la creazione del Collettivo QBR – Quei Bravi Ragazzi – “La Cité des Tiroirs” e a chiusura della serata “The fields of wonder” di Gaetano Badalamenti, coreografo palermitano residente ormai da anni nei Paesi Bassi.

Ilenia Romano illustra con entusiasmo la sua creazione che è parte di un progetto articolato sul tempo, di cui On Time#2 rappresenta la seconda tappa. Il lavoro è realizzato insieme a Ivano La Rosa e al musicista Carlo Condarelli, che si è occupato della parte musicale ed eseguirà le musiche dal vivo alle percussioni. Da uno stato di presenza e ascolto reciproco di corpi generatori di movimento e suono si creeranno azioni, immagini, suggestioni sul (e nel) Tempo (ri)sonanti nello spazio.

Gaetano Badalamenti con The Fields of Wonder (1º studio) spiega come il progetto sia nato dall’esigenza di un’ investigazione fisica e drammaturgica sull’identità e l’identificazione. La creazione è frutto della collaborazione con Marta Galvez Moncasi, ex danzatrice del MoDem, e nell’ambito di un progetto più esteso di The Mammut Project che l’artista condivide con il fratello Guido Badalamenti.

Infine Fernando Roldan Ferrer interviene a rappresentanza del Collettivo QBR (composto dallo stesso RoldanFerrer e da Alain El Sakhawi e Valeria Zampardi) per il lavoro La cité des tiroirs. I tre artisti hanno fondato il Collettivo QBR a seguito di progetti di videodanza che hanno condiviso in residenza a Scenario Pubblico. La cité des tiroirs è il loro primo progetto coreografico, e i titolo della creazione è ispirato al nome dato da qualcuno ad un luogo, un luogo dove l’uomo potrà tornare a far parte del cosmos e della natura. Si allaccia all’intervento di Fernando Puccio Castrogiovanni, in quanto partecipe dello stesso progetto del Collettivo QBR insieme all’orchestra Jacaranda. Castrogiovanni spiega come l’Orchestra Jacaranda che lui stesso dirige, composta da giovanissimi danzatori e nata dalla volontà dell’AME Associazione Musicale Etnea, abbia già in passato collaborato a progetti coreografici di Scenario Pubblico, con un esito straordinario. Si sancisce così ancora una volta una proficua collaborazione tra Scenario Pubblico e l’Associazione Musicale Etnea, in particolare per progetti pensati per la giovane creatività.

Le domeniche del 6 e 13 maggio prevedono, inoltre, un incontro con il pubblico al termine degli spettacoli per un momento di riflessione e di scambio sui temi e le dinamiche realizzate.

L’incontro si inserisce bene all’interno di una ricca giornata che vede nella mattinata di giorno 6 una tavola rotonda dal nome “Scenario Cuttigghiu” organizzata per coinvolgere diversi coreografi di origine o residenza siciliana. Una tavola rotonda che nasce dalla volontà di offrire agli artisti uno spazio, un luogo di ritrovo familiare, nel quale confrontarsi mettendo in luce le personali direzioni e i linguaggi che gli artisti che operano nel territorio siciliano stanno ricercando.

5 e 12 maggio h.20:45

6 e 13 maggio h.19:30

Le Ragazze

di Claudia Rossi Valli

danza e collaborazione Michela Cotterchio, Chiara Di Guardo, Valeria Grasso, Ludovica Messina

produzione Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà Danza

musica e testo originale di Puccio Castrogiovanni

co produzione Natiscalzi TD

dur. 45′

“Gioia ca mi spacca lu cori.

Gioia ca non havi ragiuni”

La scena si apre in un ipotetico giardino dell’Eden. Il tempo: un eterno femminile, un incedere costante di passi intrecciati, parentesi boccacciana in cui viene conservata bellezza, racconti e umanità in contrasto con il fuori corrotto. La danza e il movimento spaziale si fanno portavoce di femminilità, bellezza e gratitudine ritrovata nell’umanità, in comunione con il passare delle stagioni.

“Le quattro interpreti sono giovani (e giovanissime) artiste, danzatrici professioniste o che si affacciano ora alla professione. Le ho incontrate durante il mio percorso di insegnamento. Sono state un’epifania. Ognuna di loro forse riflette un pezzetto di me, ognuna dà speranza al mondo, ognuna è portavoce di femminilità e di forza femminile.”

Allora lo sguardo si concentra sui loro racconti, fino ad un sentimento di commozione e tenerezza: le Ragazze non sono ninfe o dee o sirene, ma persone fatte di complicità, semplicità, carne, ossa, parentele, dati anagrafici, episodi divertenti, un’infanzia, una famiglia, una storia personale unica e uguale a tutte le storie di vita.

“Michela disegna mondi nuovi, dipinti universali ed eterni.

Ludovica è poesia, malinconia, amore e fruscio delle foglie d’Autunno.

Valeria è la Sicilia bedda, u’suli, u’mari, u’ciaru ri caffè.

Chiara sono io, e sono solo grata.”

Chiara

Haeresis

Concept e coreografia: Fernando Roldán Ferrer e Alessandro Sollima

Danzatore: Fernando Roldán Ferrer

produzione Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà Danza

dur. 25′

“L’abito non fa il monaco, né croce il cavalier; barba non fa il filosofo, né quel che pare è ver”. Proverbio popolare.

Hæresis dal greco αἵρεσις, che significa scelta, da questa parola deriva eresia.

In origine l’eretico era colui che sceglieva, colui che era in grado di valutare.

Giudizio e pregiudizio. Siamo tutti un po’ preda dell’ambiguità, preda della scelta di accettare, di essere accettati o di rifiutare di farlo. Non c’è spazio per confessare idee o emozioni, per mostrare la nostra faccia nascosta, per paura del giudizio ovvero della scelta dell’altro. Con questa performance si vuole dare spazio al lato eretico di ognuno scegliendo di fare vedere al pubblico, e chiamarlo a pronunciarsi, una faccia diversa dal solito.

On Time #2

coreografia e interpretazione Ilenia Romano – musiche e live set Carlo Condarelli

supporto drammaturgico Ivano La Rosa

musica dal vivo Carlo Condarelli

produzione Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà Danza

dur. 20′

ON TIME#2 (Primo studio):

Da uno stato di presenza e ascolto reciproco di corpi generatori di movimento e suono si creano azioni, immagini, suggestioni sul (e nel) Tempo (ri)sonanti nello spazio.

Al centro del dialogo tra musica e danza c’è il mistero del Tempo dell’Esistenza che investe l’uomo in quanto attore e osservatore parziale delle sue leggi.

La Cité des Tiroirs

COLLETTIVO QBR/QUEI BRAVI RAGAZZI: Alain El Sakhawi con Valeria Zampardi, Fernando Roldàn Ferrer

produzione Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà Danza

dur. 20′

Alcuni credono nell’esistenza di un luogo sul pianeta dove l’uomo potrà come gli Antichi tornare a far parte del cosmos e della natura. Qualcuno ha dato un nome a questo paese, «La cité des tiroirs», altri sono andati alla sua ricerca e nessuno è mai tornato da tale viaggio. “La realtà del mondo esterno serve da illustrazione e di prova, ed è al servizio della realtà della nostra mente” Salvador Felipe Jacinto Dalì (n°1 della rivista “Le surréalisme au service de la Révolution” – luglio 1930)

Nessuna bussola se non l’influenza dell’interno…

The fields of Wonder

THE MAMMUT PROJECT [IT|NL]

di e con Gaetano Badalamenti

drammaturgia Marta Galvéz Moncasi

Costumi Jordi Gálvez Moncasi

Musiche Autori vari

dur.20′

The fields of Wonder (1º studio) nasce dall’esigenza di un’ investigazione fisica e drammaturgica sull’identità e l’identificazione.

Cos’é che ci separa dagli altri o cosa ci unisce? Cosa ci definisce realmente per ciò che siamo?

In cosa consiste la nostra ‘pura essenza’ in quanto individui separati dal collettivo ma strettamente connessi attraverso quello che la fisica quantistica definisce il fenomeno dell‘ “entanglement”? In una sovrapposizione di più sistemi dove la materia è inter-connessa, anche se separata spazialmente, che ruolo svolge l’identità ?