In arrivo nuovi guai giudiziari per Fabrizio Miccoli, l’ex acclamato calciatore leccese del Palermo che il 30 giugno dovrà presentarsi davanti al giudice Fernando Sestito per rispondere di concorso esterno in estorsione aggravata.

Il gip non ha infatti archiviato la posizione di Miccoli, che si prepara a varcare la soglia del tribunale.
La notizia viene riportata dal Giornale di Sicilia.

Estorsione aggravata per aver commissionato ad un suo amico, figlio di un boss, il recupero di alcuni crediti.

Nell’inchiesta ci sono anche altri due imputati, tra cui Mauro Lauricella, figlio del boss della Kalsa ‘Scintilluni’ e amico fraterno di Miccoli. La Procura aveva chiesto l’archiviazione per il solo Miccoli, m ma la proposta non è stata accolta ed è stata fissata l’udienza, in cui saranno sentite le parti.

La persona offesa è Andrea Graffagnini, un giovane imprenditore. I fatti contestati si sarebbero svolti tra il 2010 ed il 2011, quando Graffagnini, gestore della discoteca Paparazzi di Isola delle Femmine, avrebbe subito pressioni perché ritenuto debitore di ventimila euro al momento del passaggio di proprietà dell’attività.
Graffagnini non sarebbe stato disposto a pagare ma alla fine avrebbe ceduto, sborsando 12mila euro, per paura di ritorsioni. I soldi finirono nelle tasche di Giorgio Gasparini, ex fisioterapista del Palermo Calcio, che proprio attraverso Miccoli, sarebbe arrivato a Lauricella, il cui padre è stato latitante per lungo tempo.

Per convincere Graffagnini a pagare, Lauricella avrebbe fatto entrare in azione i suoi ‘uomini’ che non si sa, con quali metodi, abbiano ottenuto l’effetto desiderato.

Lauricella junior è imputato in tribunale assieme a Gioacchino Alioto e la vittima dell’ estorsione è stata sentita in aula: oltre a parlare dei dettagli di un’ operazione societaria molto complicata (socio di fatto della Paparazzi era stato, fra gli altri, l’ ex rosanero campione del mondo e cinque volte d’ Italia con la Juve, Andrea Barzagli), Graffagnini aveva descritto una riunione tenuta nel retrobottega di un locale di via Torremuzza, alla vigilia della quale – così ha raccontato – «avevo detto a mio fratello che se non fossi tornato entro una certa ora, avrebbe dovuto avvisare le forze dell’ ordine. Ero seriamente preoccupato, intimorito».

L’ex numero 10 del Palermo, da idolo divenne ben presto presenza sgradita in città. Intercettato al telefono proprio con Mauro ‘Scintilluni’, aveva tra l’altro definito il giudice Falcone ‘un fango’.
Una frase che descrive bene la concezione della giustizia e delle regole di questo gruppo di amici finiti nei guai.

I pm ritengono comunque che il giocatore leccese non avesse consapevolezza di prendere parte a un’ estorsione, ma intendesse solo aiutare il suo amico Gasparini, senza essere a conoscenza della frequentazione di ambienti non esattamente legali di Mauro Lauricella (che comunque ad oggi è incensurato) e di Antonino Lauricella, che invece era all’ epoca ricercato per scontare una condanna. Ora si va davanti al giudice, che potrà archiviare, disporre nuove indagini o imporre l’imputazione coatta.