Esattamente un anno fa – era il 29 settembre 2020 – l’inaugurazione in pompa magna con gli assessori Gaetano Armao (Economia), Ruggero Razza (Sanità) e Mimmo Turano (Attività Produttive). Oggi invece, per l’azienda di Carini “Montalbano health protection” svanisce il sogno di produrre mascherine Made in Sicily perché dalla Regione non è arrivata nessuna commessa. Quindi sono scattati i licenziamenti: restano 6 operai su 40.
Sogno svanito
La notizia – riportata ieri da Repubblica Palermo – racconta la storia dell’imprenditore Emanuele Montalbano, titolare insieme al fratello della Protection Montalbano, un’azienda di Carini specializzata in impianti per il trattamento dei rifiuti, che aveva accolto l’appello di riconversione lanciato dalla Regione nei giorni caldi dell’emergenza Covid. Come fecero le imprese del Distretto Meccatronica.
Regione ha preso mascherine cinesi
Ad aprile 2020 decisero di produrre mascherine, camici e calzari, nell’area dell’ex Keller di Carini, riconvertendo la fabbrica a produzione di dispositivi di protezione individuale (dpi) con un investimento iniziale di due milioni di euro: “Abbiamo assunto 40 operai, dando lavoro a over 50 disoccupati. Ma dopo averci chiesto la riconversione, la Regione non ha mai acquistato da noi e dalle altre aziende siciliane nemmeno una mascherina. In compenso hanno speso 200 milioni per mascherine cinesi con certificazioni dubbie”, scrive Repubblica.
“Della stessa qualità di quella indossata a febbraio da Musumeci durante una conferenza stampa che mandò su tutte le furie gli imprenditori del distretto Meccatronica: il giorno dopo gli recapitarono a Palazzo d’Orleans un pacco con una fornitura di dpi rigorosamente siciliani”.
Una beffa
Una beffa per gli imprenditori carinesi che hanno messo in piedi l’unica azienda certificata in Italia per la produzione di ffp3, le mascherine più performanti. Le uniche commesse sono arrivate dalla Regione Lazio (6 milioni di calzari sanitari) e dalla Regione Lombardia (4 milioni di camici). Si tratta di commesse per circa 4 milioni di euro. Troppo poco. Da qui i licenziamenti di 34 operai.
Beffa pure il bando della Regione Siciliana da 20 milioni di euro per ottenere rimborsi a fondo perduto destinati ad ammortizzare le spese per la riconversione: “C’è un tetto per ogni richiedente, a fronte di milioni di euro di investimento. E in più possono accedere al fondo persino i reparti ospedalieri che si sono riconvertiti in Covid”. Così gli imprenditori rischiano di vedere solo le briciole.
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