Strade provinciali colabrodo, stop agli interventi manutenzione ordinaria e straordinaria, ai servizi di trasporto per gli studenti siciliani, in particolare per i disabili, scuole poco sicure spesso senza riscaldamenti e nella stragrande maggioranza dei casi prive di misure antisismiche. Tutti servizi di competenza delle ex Province, oggi Liberi consorzi – per via della riforma varata quattro anni fa dal governo Crocetta e poi bocciata dalla Consulta – oggi retti da commissari straordinari e a rischio default. A denunciarlo è il M5s, che ha presentato un’interrogazione parlamentare, prima firmataria Valentina Palmeri, per chiedere al Governo quali misure intende mettere in campo per scongiurare la dichiarazione di dissesto delle ex Province se entro il 31 ottobre non riusciranno ad approvare i bilanci.
“Il caos normativo creato dal Pd – dicono i deputati regionali del M5S Salvo Siragusa e Valentina Palmeri – che ha generato una riforma monca, unito alla situazione economica degli enti non consente di erogare servizi essenziali ai cittadini. Dopo la bocciatura da parte della Consulta della norma sull’elezione diretta degli organi delle Province, votata lo scorso anno dall’Ars, ad oggi i Liberi consorzi sono retti da commissari straordinari e versano in condizioni economiche disastrose e rischiano il dissesto, mentre l’ex provincia di Siracusa e la città metropolitana di Catania hanno già dichiarato il default”.
“Considerato che la vicenda è nota ci chiediamo – proseguono – come mai il Governo regionale ed il presidente della Regione non abbiano ritenuto opportuno informare tempestivamente l’Assemblea regionale per indicare quali e quante risorse finanziarie intendono stanziare per consentire agli Enti di redigere e chiudere in pareggio il bilancio pluriennale 2018/2020, dal momento che senza questi documenti contabili i Liberi consorzi non solo non potranno utilizzare i fondi nazionali per investimenti per la viabilità e quelli regionali per l’edilizia scolastica,compresi 30 milioni di euro stanziati dalla Regione per investimenti, ma cosa ancor più grave rischiano il dissesto”. “Occorre chiarezza – concludono – vogliamo sapere quale è l’importo esatto, quantificato da ciascuna Provincia e proposto dall’ANCI al Governo regionale e ai dipartimenti competenti in vista delle variazioni di Bilancio, per scongiurare il fallimento degli enti”.
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