Come è successo per la legge di stabilità approvata due giorni fa anche il “collegato”, il disegno di legge dove sono state collocate le norme stralciate dalla manovra – primo fra tutti il ‘superIrfis’ con l’accorpamento di Crias e Ircac – rischia di gonfiarsi a dismisura e trasformarsi in una mini-finanziaria. Al testo originario, fermo in commissione Bilancio dell’Ars, si sono aggiunte le norme espunte dalla manovra e i tanti emendamenti aggiuntivi che la Presidenza dell’Ars aveva deciso di non trattare in sessione di bilancio per non appesantire il documento finanziario.
Si tratta di norme care al governo ma soprattutto ai deputati, di maggioranza e opposizione, che a malincuore avevano accettato la scelta del presidente Miccichè di rinviarle al ‘collegato’. Ora, incassata la manovra, si apre questo nuovo fronte. Difficile, se non impossibile, tenere nel ‘collegato’ norme di spesa a finanziaria chiusa e con il fondo globale della manovra asciutto, a meno che le partite non vengano coperte per cassa dalla Regione, un lavoro che dovrebbe imporre ai tecnici del dipartimento Economia un monitoraggio al centesimo dei residui degli altri dipartimenti.
Due gli scenari a questo punto possibili. Il primo è lo spacchettamento del ‘collegato’ in più disegni di legge con ddl da hoc di norme ordinamentali che permetterebbe alle commissioni di merito di affrontare le materie di propria competenze in testi organici e dunque con una istruttoria completa; il secondo è quello di attendere il vaglio da parte della Presidenza del Consiglio della manovra finanziaria, perché l’impugnativa di alcune norme, ipotesi che si è fatta strada proprio durante l’esame della legge di stabilità, consentirebbe al governo Musumeci di ritornare in possesso di un gruzzoletto che potrebbe essere usato per finanziare le norme di spesa del collegato. La terza via è quella più complicata perché metterebbe in difficoltà il governo: approvare il ‘collegato’ in variazione di spesa.
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