Musumeci in testa, Cancelleri che insegue e affluenza di poco al di sopra del 50%. Sono gli unici dati sui quali i sondaggisti concordano in vista delle elezioni regionali del 5 novembre. Per il resto è guerra di numeri e cifre. Una battaglia che rischia di essere fatta più alla ricerca di un modo per indirizzare il voto verso il vincente che per fornire reali stime dei possibili scenari che la Sicilia vivrà dal 6 novembre in poi.

Il sondaggio come strumento politico e non più come mezzo di ricerca è conoscenza. E’ questo il rischio che sta correndo il sistema già messo a dura prova di credibilità dai flop degli anni scorsi.

L’ultimo dato è di Piepoli che smentisce tutti i dati diffusi ieri e in particolare il sondaggio Index research per Piazza Pulita La7 che dava Fava al 16% sopra Micari al 15%. Ma dati coincidenti in realtà ce ne sono diversi. A partire, come detto, dall’affluenza alle urne stimata al 50% da Index e al 51% da Piepoli. E poi Musumeci in testa e Cancelleri secondo anche se con cifre leggermente diverse.

Andiamo per ordine. Il sondaggio Piepoli è pubblicato oggi da La Stampa con un articolo a firma proprio Nicola Piepoli. Vede le liste di Musumeci saldamente in testa con il 37%, un dato simile al 36% stimato da Index. Secondo ma distaccato Cancelleri al 29% e anche in questo caso con un dato simile a Index che lo valuta al 30%.

Poi i due sondaggi si dividono fortemente nelle stime. In lotta per il secondo posto e in grado di insidiare Cancelleri con il 28% sarebbe Micari in base alla stima di Piepoli. C’è un differenza di ben 13 punti con il sondaggio Index, ben al di sopra del margine di errore e della forbice prevista da tutti i sondaggi che solitamente non supera il 5%.

Precipitano nel sondaggio Piepoli le liste a sostegno del candidato di sinistra Claudio Fava che in questa analisi non supererebbero neanche lo sbarramento fermandosi al 4% contro il ben 16% assegnatogli da Index.

Piepoli analizza soprattutto le coalizioni e assegna il 28% al centrodestra dunque con Musumeci in grado di raccogliere su di se un voto personale stimato a ben il 9%. Al 23% i 5 stelle e deboli, invece, i partiti della coalizione di centrosinistra che raccolgono il 13%. Singolare che Micari venga stimato come poco conosciuto ma comunque in grado di portare un valore aggiunto dal 5%. I partiti che appoggiano Fava vengono stimati al 4%.

In realtà a ben vedere il dato riguarda principalmente le liste di coalizione ma nel medesimo sondaggio il valore ‘fiducia’ dei candidati presidente è diverso e riporta ai dati diffusi da Fava una settimana fa, quelli che avevano fatto urlare al macroscopico errore. In quei dati si parla di Fava al 25% insieme a Cancelleri e Musumeci al 42% nelle intenzioni di voto. Ma per Fava questo vale a fronte di liste fra il 4 e il 6%. Un dato quantomeno difficile da leggere come attendibile proprio per questa macroscopica differenza fra liste e candidati presidente. Di fatto, però, questo è il risultato proposto da Piepoli

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