Fabrizio Ferrandelli, candidato sindaco di Palermo, risponde a Luca Insalaco in merito alla polemica sul manifesto della campagna a sindaco.

Questo l’antefatto. Il figlio dell’ex sindaco di Palermo, non ha infatti gradito che la foto del padre, assassinato nel 1988, dopo aver denunciato le collusioni tra politica e mafia, sia stata inserita da Ferrandelli in un collage di facce che fanno da sfondo al suo manifesto elettorale. Facce, nomi e storie degli ultimi 50 anni di Palermo da cui Ferrandelli ha apertamente dichiarato di voler prendere le distanze proponendo un modello alternativo di guida della città.  Il Pd siciliano non ha esitato a manifestare la propria solidarietà a Luca Insalaco, parlando di “strumentalizzazioni nelle battaglie politiche, cattivo gusto e cinismo piccino piccino”.

Fabrizio Ferrandelli, che ha scelto per la sua campagna elettorale l’emblematico slogan ‘Ora ci provo io’ replica così: “Mi rammarica profondamente che il signor Luca Insalaco non abbia compreso a pieno il senso delle mie parole sintetizzate nel manifesto di presentazione della mia candidatura a Sindaco di Palermo. Ho dichiarato che negli ultimi cinquant’anni “si sono succedute amministrazioni diverse, diverse negli uomini, nelle idee, negli schieramenti politici”, ho precisato di non volere, con ciò, entrare nel merito delle loro intenzioni e delle loro capacità come persone né delle loro diverse storie personali, ma semplicemente costatare quello che hanno sotto gli occhi tutti i palermitani ogni giorno: una città diversa nell’estetica forse, ma immutata nella sostanza.”

“Inoltre – prosegue Ferrandelli – ho ribadito in modo netto che la storia politica, etica e morale di ognuno dei soggetti è DIFFERENTE e NON ACCOMUNABILE.

Proprio per non esercitare alcuna valutazione etico-morale ma volendo essere obiettivi: quel manifesto “mostra” solo gli ultimi 50 anni di amministrazione cittadina (cinquantennio che comprende ANCHE la parentesi di Giuseppe Insalaco). Il MANIFESTO È SOLO UN ELENCO STORICO NON UNA VALUTAZIONE MORALE.
Mi preme precisare, per estrema chiarezza, l’assenza di due ex sindaci: Giovanni Lapi che ha governato per 16 giorni e Francesco Spagnolo del quale, nonostante accurate ricerche, non siamo riusciti a rintracciare alcuna immagine.

Spero davvero che le parole dette da Luca Insalaco – conclude Ferrandelli – siano state frutto di un semplice fraintendimento delle mie intenzioni. Tuttavia come lo stesso Insalaco ha potuto constare le sue parole, al di là della sua volontà, sono state utilizzate per avviare una polemica che non fa bene a nessuno, nemmeno alla memoria di chi per servizio ha pagato con la vita.
Per questo auspico un incontro, per rivolgere direttamente al sig. Insalaco la stessa domanda che ho posto a tutti i palermitani: “Lei, sig. Insalaco, è soddisfatto della sua città?” …proprio su questo vorrei confrontarmi”.

Lo scorso dine settimana Luca Insalaco aveva dichiarato: “L”inserimento dell’immagine della figura di mio padre all’interno del cartellone della sua candidatura e di conseguenza l’adombrare che anche la sua azione politica fosse stata l’ennesimo fallimento o il risultato di comportamenti inefficaci offende la nostra famiglia, gli amici e tutti i cittadini sani della città che hanno vissuto le sue tragiche vicende. Ferrandelli, nell’inserire anche Giuseppe Insalaco tra gli autori del fallimento amministrativo e politico della città, accomunandone la figura a quelle di un Ciancimino e di un Lima e non inserendo tutte le immagini dei passati sindaci come se avesse voluto escluderne solo alcuni dal malgoverno, ha arrecato gravissimo danno alla sua memoria, provocando alla famiglia profondo dolore e immensa indignazione”.