Fiaccolata ieri sera per le strade del quartiere di Brancaccio, a Palermo, per ricordare don Pino Puglisi, il sacerdote ucciso 30 anni fa la sera del 15 settembre dalla mafia. In circa 600 si sono ritrovati nel luogo dove è stato assassinato da Salvatore Grigoli su ordine di Filippo e Giuseppe Graviano, capi del mandamento di Brancaccio. Al corteo non hanno partecipato in tanti residenti nel quartiere. L’appuntamento organizzato dalla chiesa di San Gaetano con il parroco don Maurizio Francofonte e dal centro Padre Nostro. Il corteo ha raggiunto la via Fichi d’India, nel terreno dove dovrebbe sorgere il complesso parrocchiale voluto da don Pino Puglisi.
Il vescovo e il sindaco presenti
Alla fiaccolata hanno preso parte l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice e il sindaco di Palermo Roberto Lagalla. “Brancaccio non c’è stata – dice Maurizio Artale, presidente del Centro Padre Nostro –. Si sono presentati circa in 600. I gruppi, le suore i preti, tanti giovani. Ma Palermo? Dopo trent’anni siamo riusciti a realizzare il progetto del quartiere voluto da don Pino. La mafia non ha fermato la sua spinta morale, teologica e spirituale. Era un profeta perché pensava e sognava le cose che nessuno vedeva e che noi seguendo le sue idee le abbiamo messe in pratica”.
Gli appuntamenti di oggi
Oggi alle 18 ci sarà la solenne celebrazione eucaristica alla cattedrale; alle 21 verrà presentata sul sagrato una nuova edizione de Il Discepolo di Lia Cerrito, testo molto amato da don Puglisi e utilizzato spesso durante i campi come spunto di meditazione. Lo spettacolo offrirà spunti di riflessione sui principali tratti spirituali del beato, rappresentato, nella narrazione, dalla figura del discepolo: la fedeltà alla chiamata di Gesù, l’umiltà, l’amore e la gioia dell’annuncio, il grande stupore per la bellezza del dono della vita.
I prossimi momenti commemorativi
Saranno numerosi i momenti commemorativi anche dei prossimi giorni. Domani, sabato 16 settembre, alle 21 un concerto in cattedrale e il martedì successivo un momento commemorativo con la partecipazione delle scuole. Giovedì 21 settembre alle 21 nella parrocchia del Ss.Salvatore un’adorazione eucaristica, il giorno seguente l’inaugurazione della torre Pollaccio in via Brancaccio. Sino al 21 dicembre in programma momenti culturali con presentazione di libri rassegne musicali e proiezioni di video.
Lagalla: “Impegno indelebile”
“Resta indelebile la testimonianza di don Pino Puglisi di amore, fratellanza e, soprattutto, di pacifica convivenza, nel segno di una fermezza contro ogni forma di sopruso, fino al tragico sacrificio. Ma anche la sua capacità di parlare alle giovani generazioni per guidarli ad allontanarsi dal ricatto della criminalità organizzata”. Lo ha detto il sindaco di Palermo Roberto Lagalla.
“Tutto questo padre Pino Puglisi lo ha fatto con il suo indimenticabile sorriso, un’orma ancora oggi viva e di riferimento – aggiunge -. Questo è quello che è accaduto con l’azione di padre Puglisi, un lievito che ha fatto fermentare il quartiere di Brancaccio che ancora ha bisogno di tanto. Con il Consiglio comunale aperto nel cuore di Brancaccio abbiamo voluto ribadire la volontà di essere tra la gente di questo quartiere. Mi ha fatto piacere, proprio in occasione della seduta di qualche giorno fa, come anche le rappresentanze dei cittadini, della Chiesa e delle istituzioni della Circoscrizione abbiano riconosciuto l’impegno che il Comune ha messo nel produrre innovazioni e cambiamenti in un quartiere che ancora deve percorrere un lungo cammino. E il nostro auspicio è di farlo insieme, a cominciare da quegli interventi di rigenerazione urbana, che vanno dall’illuminazione al sistema fognario, che nei prossimi mesi, dopo l’approvazione del Piano triennale delle opere pubbliche, diventeranno finalmente realtà”.
Schifani: “Dovere di tutti seguirne l’esempio”
Il presidente della Regione, Renato Schifani, oggi sarà presente alla celebrazione delle 18. “Educare i giovani alla libertà e al riscatto dalla criminalità – ha detto Schifani – è ciò a cui ha dedicato la vita il beato don Pino Puglisi. Comunicando loro i valori di una esistenza dignitosa, da sottrarre alla schiavitù della mafia. Egli ha pagato con la vita il suo impegno affinché nessuno si sentisse solo di fronte alla sfida del degrado e della violenza. Invito tutti i siciliani, in particolare i giovani, che sono la nostra speranza per il futuro, a non aver paura di seguire il suo esempio. Tutti noi, le istituzioni per prime, abbiamo il dovere di continuare nella direzione che coraggiosamente ci ha indicato, in difesa di una società più giusta e fraterna”.
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