Come spesso accade, è corsa contro il tempo all’Ars per l’approvazione della finanziaria. E’ mastodontico il lavoro che dovranno affrontare i funzionari della commissione Bilancio, che dovranno esaminarne i circa 1.500 emendamenti.
L’esame di bilancio e finanziaria comincerà lunedì e dovrà essere completato entro giovedì 11 febbraio per consentire all’Aula di effettuare la discussione generale il giorno dopo.

Il dibattito a Sala d’Ercole, secondo quanto stabilito dalla conferenza dei capigruppo, dovrebbe iniziare il 16 febbraio.
Intanto il 29 febbraio scade l’ esercizio provvisorio.

Per il momento, è tempo di tirare le somme e capire come agire dato che la coperta è troppo corta.

Mancano all’appello ancora 550 milioni promessi dal governo Renzi, che con la legge di stabilità nazionale ha stanziato a favore della Sicilia 900 milioni di euro. Il disavanzo calcolato per il 2016 è di 1,9 miliardi di euro: 1,4 miliardi, mentre i rimanenti 500 milioni dovrebbero essere ricavati da risparmi della spesa regionale.

Sul bilancio della Regione pesa particolarmente il contributo al fondo sanitario che è del 49,11%, su un ammontare complessivo di 8,6 miliardi circa, quasi 4 miliardi del bilancio regionale, dunque, sono assorbiti dalla spesa sanitaria.

L’assessore Baccei rassicura: anche se i 550 milioni sono ‘congelati’ bilancio e finanziaria potranno essere approvati perché “non cambia nulla – ribadisce – i soldi per potere avviare la spesa ci sono”.

Ciò che si apprezza è comunque l’impegno dell’assessore che in settimana è stato a Palazzo Chigi per sollecitare il trasferimento dei fondi, che dovrebbe avvenire entro giugno. Il governo nazionale, dal canto suo, ha chiesto garanzie sulle riforme che ancora la Regione deve varare. Alcune di queste sono comprese nel disegno di legge di stabilità che le forze di opposizione vorrebbero stralciare per farne dei disegni di legge “ad hoc”.

Tra le somme congelate, ci sono i 173 milioni destinati a cofinanziare i progetti previsti dalla programmazione europea 2014-2020; circa 100 milioni per i lavoratori della forestale e dei consorzi di bonifica. Nel caso in cui non arrivassero i 550 milioni promessi dal governo nazionale si avrebbe il blocco della spesa europea.

Uno scenario che preoccupa non poco i Comuni siciliani, quasi tutti in ginocchio e con grosse difficoltà a pagare gli stipendi e fronteggiare le spese quotidiane.

E’ certo che i 900 milioni stanziati per la Sicilia con la legge di Stabilità a dicembre non bastano a portare il bilancio in pareggio. Servono altri 500 milioni.

L’incognita dei fondi congelati incombe intanto come una mannaia. Il sottosegretario Claudio De Vincenti ha sollecitato a Baccei e Crocetta l’ approvazione di riforme che “permettano di allineare spese e regole della Sicilia a quelle del resto d’ Italia”.

Crocetta e Baccei si sono impegnati a varare una finanziaria che contempli misure di contenimento della spesa per politici comunali, personale regionale, partecipate ed enti regionali.

L’esame dei numerosi emendamenti potrebbe tuttavia riservare sorprese e scontri: il Pdr ha presentato un pacchetto di norme che aumenta i fondi per le imprese, il M5S ha puntato su emendamenti che potrebbero far riscrivere l’intera Finanziaria inserendo, tra le altre misure, l’esenzione dal ticket sanitario per gli inoccupati e finanziamenti per valorizzare i siti Unesco. Intanto mercoledì scorso Forza Italia ha presentato una contro-finanziaria.

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