Via libera in giunta regionale al rendiconto generale 2021 della Regione siciliana che avvia, di fatti, il percorso che porterà alla parifica davanti alla Corte dei Conti. Un passaggio formale che dovrà essere seguito dalla discussione in aula e poi dovrà concludersi davanti alla Corte dei Conti per la parifica, si spera, entro giungo, riportando ai tempi ordinari il percorso dei conti della Regione
Scende l’indebitamento regionale
“Il governo Schifani ha dato il benestare al Rendiconto 2021, mettendo nero su bianco numeri in chiaro miglioramento per la Regione. Voglio citare a titolo esemplificativo tre dati: l’indebitamento, rispetto al 2020, passa da 6,8 a 6,1 miliardi, mentre al contrario aumentano i pagamenti effettuati, da 18 milioni nel 2020 a 23,5 nel 2021. Ciò significa più liquidità e più risorse immesse nell’economia siciliana. Infine, aumenta anche la cassa corrente. Sono risultati su cui il governo regionale intende costruire un equilibrio finanziario sempre più virtuoso e certo” dice l’assessore all’Economia Marco Falcone, commentando l’approvazione del Rendiconto 2021 in giunta.
Archiviare stagione dei contenziosi
Si tratta di un tentativo di mettere ordine e avviare un percorso che archivi la stagione dei contenziosi con la Corte dei Conti.
“Stiamo mandando avanti – afferma il governatore Renato Schifani – un’azione decisa e proficua di regolarizzazione dei conti della Regione, grazie alla quale potremo essere reattivi rispetto alle esigenze sociali ed economiche della Sicilia. Inoltre, l’allineamento degli strumenti finanziari ci consente di fruire di opportunità quali il potenziamento della macchina amministrativa, attraverso lo sblocco delle nuove assunzioni, e la prospettiva di nuovi finanziamenti”.
In Commissione si discute della Legge di stabilità
Intanto in Commissione bilancio all’Ars, dopo l’approvazione del bilancio di previsione 2023, è iniziata la discussione sulla Finanziaria. Sono quasi 500 gli emendamenti presentati dalle opposizioni,. 191 sono solo quelli dei 5 stelle, 130 portano la firma dei deputati Pd,ma ci sono proposte di modifica anche dei gruppi di De Luca oltre agli emendamenti di maggioranza che, però, sono per lo più tecnici
Governo aperto alle proposte
“In commissione Bilancio facciamo il punto sulla manovra, la nostra intenzione è quella di valutare le proposte e gli emendamenti utili e di buon senso, presentati da tutti i gruppi parlamentari” dice l’assessore regionale all’Economia, Marco Falcone confermando l’apertura al dialogo. La seduta in commissione, prevista alle 15 di ieri pomeriggio, è stata rinviata alle 17 per poi slittare ulteriormente nell’inizio ed essere, infine, rinviata ad oggi pomeriggio. “Credo che ci siano le condizioni – aggiunge Falcone – per rispettare il calendario dei lavori e fare arrivare il testo in aula la prossima settimana”.
Pd attendista
“Dalle parole dell’assessore Marco Falcone sembra trasparire la volontà di valutare proposte utili alla manovra. Vedremo nelle prossime ore se alle parole corrispondono i fatti. Il Pd ha presentato circa 130 emendamenti alla manovra finanziaria e siamo pronti a dare il nostro contributo. L’intenso lavoro del gruppo parlamentare di questi giorni si è concentrato in particolare sul sostegno ai Comuni, sull’aumento delle risorse per il diritto allo studio, su misure per le famiglie e le fasce sociali più deboli e su proposte mirate per il lavoro, la lotta al precariato e l’occupazione” dice Fabio Venezia componente del Pd in Commissione Bilancio. “Su questi temi il Pd e’ pronto a fare valere le proprie proposte all’interno della manovra”.
Opposizioni polemiche, “manca chiarezza”
“Brutta, anzi bruttissima la prima, ci sarebbe da dire. Il via della Finanziaria in commissione Bilancio è da dimenticare, col governo in totale confusione, cosa che ha ci ha costretto a cominciare la seduta con grandissimo ritardo. Non c’è chiarezza sui fondi europei e regionali utilizzabili immediatamente e così non si può andare avanti. Per questo abbiamo chiesto che da domani sia presente in commissione il dirigente alla programmazione” sostengono il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca e Nuccio Di Paola, componente della commissione Bilancio.
“Vogliamo – dicono i due parlamentari 5 stelle – chiarezza dall’assessore al Bilancio sui fondi regionali che possono essere appostati nella legge finanziaria con capacità di spesa immediata per varare subito misure per sostenere lo sviluppo e le famiglie. Vogliamo chiarezza dal dirigente alla programmazione sui fondi europei disponibili, su tutto ciò che non è stato speso dal governo Musumeci e che oggi potrebbe essere impegnato e su quanto c’è da programmare per il futuro. Il Parlamento non può essere lasciato fuori dall’indirizzo politico dei fondi europei, soprattutto in un momento come quello attuale in cui la Sicilia ha bisogno di rialzarsi e guardare avanti”.
“La Finanziaria – concludono – è la legge con cui dare questo indirizzo, contrariamente ai collegati che questo governo vorrebbe riproporre, dimenticando che nella scorsa legislatura sono serviti solo a perdere tempo e a far vergognare i siciliani del governo che avevano votato. È tempo di voltare pagina e bisogna anche fare in fretta perché i siciliani non possono più aspettare”.
Il polemico soccorso di Cateno
“Ci stiamo muovendo all’interno di un quadro precario con l’aggravante di non aver definito quelli che sono anche i pilastri di questa legge di stabilità perché ci ritroviamo con un rendiconto 2020 non parificato Corte dei conti e il 2021 e 2022 inesistenti, il che significa che non sappiamo realmente quali sono i saldi di partenza”.
“Nonostante ciò, per senso di responsabilità abbiamo cercato di andare in soccorso alla maggioranza, facendo anche passare l’operazione che ha portato il Governo a mettere al “sicuro” dagli appetiti famelici dalla stessa maggioranza i 200 milioni di euro del Salva Sicilia, blindandoli nel bilancio, evitando la discussione in aula. Il Governo si era impegnato ad offrire un quadro chiaro sulla legge di stabilità, cosa che ancora non è avvenuta. Ma la cosa ancora più grave è che noi siamo qui in attesa, ad aspettare che la maggioranza divida tra i singoli parlamentari le ultime mancette”.
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