Fra gli interventi del Patto per la Sicilia una fetta dei 2 miliardi e 300 milioni di euro dovrà servire agli impianti per il trattamento dei rifiuti ovvero, per lo più, alla realizzazione dei termovalorizzatori. Non è, dunque, un caso se proprio ieri sera, dopo un lungo confronto romano, è stato trovato l’accordo fra governo nazionale e regionale su una fetta consistente del piano rifiuti siciliani.

Crocetta e Contrafatto hanno incontrato il Ministro dell’Ambiente Galletti e sia i siciliani che i romani erano accompagnati dai dirigenti generali del settore. Dopo gli scontri delle scorse settimane se non mesi e dopo gli attacchi di parte sindacale era necessario un chiarimento politico che, a quanto pare, è arrivato. Così il Ministero ha dato il suo placet condizionato al piano di smaltimento dei rifiuti a medio termine.

L’accordo prevede che in Sicilia possano nascere fino a 18 termovalorizzatori anche se il piano regionale, al momento, ne prevede sei. Non sarebbero tutti di uguali dimensioni e anche la realizzazione andrebbe per step.

i due impianti maggiori saranno realizzati nelle aree metropolitane di Palermo e Catania che sono anche quelle che producono la maggior parte dei rifiuti. saranno impianto da 200 mila tonnellate ciascuno. dovranno sorgere all’interno di discariche pubbliche operanti o dismesse o in aree industriali. per palermo sembra quasi scontato che lo si debba fare a Bellolampo.

Ma questi due termovalorizzatori non basteranno e per evitare grandi spostamenti dei rifiuti in giro per la Sicilia destinati a palermo o Catania se ne realizzeranno altri quattro di piccole dimensioni, tutti al di sotto delle 100 tonnellate. serviranno il messinese, il ragusano e siracusano, il nisseno e l’ennese e l’agrigentino con parte del trapanese.

Gli impianti dovranno smaltire, complessivamente, 700 mila tonnellate ma perché il sistema funzioni deve crescere la differenziata che attualmente è al palo in Sicilia. Per questo la prossima settimana è prevista una riunione tecnica al Ministero e sarebbero in preparazione le diffide ai comuni.

mav