“I provvedimenti adottati hanno generato una confusione che genere l’impossibilità di effettuare controlli, e le misure di contrasto individuate non sono adeguate alla gravità della situazione”. Così una nota inviata al Presidente Musumeci di Giovanni Felice Coordinatore Regionale di Confimprese che sottolinea come “l’individuazione della zona rossa evidenzia una gravità nello sviluppo della pandemia, eccezionale che mette a repentaglio la salute di migliaia di persone e la vita di centinaia di esse, a fronte, ed in contrasto con l’emergenza sanitaria, a fronte dei danni/sacrifici imposti alle aziende, si cade nel ridicolo nell’individuazione dei generi di prima necessità”.

Secondo Gentile, considerare generi di necessità i prodotti di cosmetica, i profumi e i giocattoli in un momento così grave è “un’offesa a chi soffre ed a chi subisce danni”. “Pensare che si possa derogare alle misure restrittive perché devi andare a comprare un rossetto francamente rappresenta un paradosso. Quindi ha fatto bene il Presidente ad eliminare “le visite agli amici”, ma non è sufficiente”.

Il coordinatore regionale di Confimprese spera che si possa rendere il più breve possibile il periodo di restrizioni, ma con le misure in atto, con l’impossibilità di controllare con le tante eccezioni alla regola, gli effetti anti covid sono fortemente limitati, mentre i danni economici ed alla salute sono garantiti. Arriva dunque la proposta di un tavolo di crisi permanente, per limitare al massimo i disagi delle aziende e delle partite IVA e per ragionare per il periodo post covid, per consentire alle aziende di sopravvivere.

“Per consentire alla zona rossa di raggiungere il proprio obiettivo abbiamo proposto di sfoltire i generi di prima necessità, inserire misure operative (ad esempio incontro per appuntamento) per le attività di servizio previste dall’allegato 24, costituire nei Comuni capoluogo dei Centri anti-assembramento sul modello di quello realizzato a Roma e chiedere, come già la Regione ha fatto, al Governo nazionale adeguati “ristori” per le categorie danneggiate facendo riferimento ai fatturati e non ai codici ateco”.