“L’ordinanza Musumeci? Per noi è carta straccia”. Ecco come i Sindaci di diversi Comuni commentano l’ordinanza contingibile ed urgente del Presidente della Regione n. 36 del 27 settembre.
“Pensavamo che il rispetto delle leggi fosse un obbligo per tutti i cittadini ed ancor più per le istituzioni- ha dichiarato il Presidente di Confimprese Palermo Giovanni Felice – sentire Pubblici Ufficiali e/o Amministratori Comunali definire “cartastraccia” una Ordinanza del Presidente della Regione non alimenta la fiducia nelle istituzioni”.
“Con l’ordinanza 36/20 – continua Giovanni Felice – il Presidente Musumeci ha regolamentato gli “assembramenti” ed ha definito il rapporto ed i comportamenti che bisogna tenere con le imprese ed inoltre ha “ordinato” che le eventuali “chiusure” determinate da cluster specifici vanno concordate con la Presidenza della Regione. Molti Sindaci se ne sono fregati dei contenuti dell’ordinanza e delle nostre segnalazioni. Queste ultime sono state inviate sia alla Prefettura che alla Presidenza della Regione, e ad oggi, per quanto ne sappiamo, sia la rappresentanza del Governo sul territorio, sia la Presidenza della Regione non hanno emesso alcun provvedimento”.
“È disgustosa ed indegna di un paese civile la facilità con cui si toglie il lavoro alle persone -conclude Giovanni Felice – ma quello che è peggio è che queste soverchierie sono fatte nei confronti di una categoria colpita da mille problemi e formata da aziende, anzi specifico persone perché pare che in molti non lo capiscono, che lottano quotidianamente per la sopravvivenza, una categoria che ha registrato, solo nella provincia di Palermo, diverse morti per suicidio o per conseguenze di malattie derivanti dallo stress quali ictus ed infarti.
Venerdì 9 alle 16 saremo davanti la Prefettura auspicando che la rappresentanza del Governo sul territorio decida di ricevere questi cittadini, e martedì 13 alla stessa ora saremo a Palazzo D’Orleans per incontrare il Presidente o altro rappresentante del Governo.
Al Prefetto ed al presidente chiederemo di spiegare ai Sindaci, forse è meglio farlo in doppia lingua, Italiano e Siciliano, i contenuti dell’ordinanza 36. Tranne che, come sostengono i Sindaci, non sia cartastraccia e quindi saremo noi a rivedere i nostri convincimenti”.
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