Scoppia un nuovo focolaio Covid in un ospedale siciliano. Questa volta è toccato all’ospedale di Mistretta. I pazienti trasferiti in altre strutture con non poche difficoltà vista la carenza di posti letto.

Il focolaio di Mistretta

La scoperta di un focolaio di Covid ha indotto la direzione sanitaria a dimettere o trasferire i pazienti ricoverati all’ospedale di Mistretta (Messina). Da ieri si cercano posti disponibili in altre strutture sanitarie della Sicilia, ma l’operazione è resa difficile dalla mancanza di posti: l’alto numero di casi di contagio provoca una pressione sul sistema sanitario e per questo non è stato possibile completare il trasferimento dei pazienti più gravi. Gli ultimi tre sono rimasti a Mistretta in attesa di una soluzione.

Piena emergenza

“Siamo in piena emergenza”, dice il primario di medicina e lungodegenza, Nunzio Sciacca. La direzione ha adottato rigide misure di protezione e attende lo svuotamento dei reparti per la sanificazione degli ambienti. Anche tra il personale sanitario sono stati riscontrati casi di positività. I contagiati sono stati subito allontanati.

Ieri giornata difficile

Nuova giornata difficile ieri negli ospedali palermitani. Ci sono almeno cinquanta richieste di ricovero, ma nei reparti Covid al momento non ci sono posti disponibili. E’ necessaria la conversione di nuovi reparti sia al Civico che al Policlinico. La situazione sarà ancora così in salita almeno per una settimana prima che si arrivi al picco. “Sì siamo in difficoltà con i posti in ospedale. Al momento i posti disponibili negli ospedali si stanno riducendo – dice Tiziana Maniscalchi primario del pronto soccorso Covid del Cervello e responsabile del coordinamento dei posti letto Covid – Abbiamo molti pazienti senza polmonite ma con comorbidità. Servirà la conversione di altri reparti per fare fronte alla richiesta sempre più pressante. Abbiamo ricoverato tanti pazienti che provengono da case di riposo e tanti che vengono dai reparti ospedalieri. Le richieste in questo momento sono continue. In questi giorni abbiamo fatto tanti ricoveri insieme e quindi il turn over è rallentato”.