L’ospedale Giglio di Cefalù è “un centro di costo, in sintesi, fuori dal perimetro normativo e privo di effettivi controlli da parte della Regione e dell’ASP, come ammesso in sede di audizione sia dall’Assessore alla salute, sia dal Direttore Generale dell’ASP di Palermo”.

Definisce così nella sua relazione orale durante l’udienza di parifica del Bilancio consuntivo 2016 della Regione siciliana il procuratore generale della Corte dei Conti Pino Zingale. Nel parlare della spesa sanitaria che non sarebbe stata adeguatamente riformata, Zingale lancia veri e propri missili all’intera operazione di trasformazione del IRCS San raffaele Giglio in Fondazone voluta dalla Regione siciliana.

Dopo aver ricostruito tutti i passaggi che portarono alla nascita deòl centro sperimentale nel 20o3 e alla sua trasformazione in Fondazione nel 2013 sotto il primo governo Crocetta, Zingale taccia di illegittimità la stessa trasformazione e i sistemi gestionali varati.

“Il presidente della Fondazione – fa presente Zingale – con il nuovo Statuto, è di diritto il consigliere d’amministrazione designato dal presidente della Regione. I soci fondatori della Fondazione, che ha assunto la denominazione di “Istituto G. Giglio di Cefalù” sono la: Regione Siciliana, Comune di Cefalù, Asp di Palermo, a cui si aggiungo i nuovi ARNAS Civico G. Di Cristina Benfratelli di Palermo e l’Azienda Ospedaliera Ospedali riuniti Villa Sofia – Cervello di Palermo”.

“Orbene – continua il procuratore – la norma in virtù della quale è stata originariamente istituita la fondazione stabiliva che le regioni autorizzassero programmi di sperimentazione aventi ad oggetto nuovi modelli gestionali che prevedessero forme di collaborazione tra strutture del Servizio sanitario nazionale e soggetti privati, anche attraverso la costituzione di società miste a capitale pubblico e privato. Nel caso di specie si è preferito optare per la forma giuridica della fondazione. La stessa norma prevedeva che al di fuori dei programmi di sperimentazione ivi previsti fosse fatto divieto alle aziende del Servizio sanitario nazionale di costituire società di capitali aventi per oggetto sociale lo svolgimento di compiti diretti di tutela della salute, disposizione che, come di tutta evidenza, ha valore anche per le forme giuridiche alternative eventualmente prescelte”.

“Nel caso del Giglio di Cefalù, dal 2013, la fondazione non svolge più alcuna forma di sperimentazione pubblico-privato, è totalmente partecipata da soggetti pubblici, in larga parte operanti direttamente nella sanità pubblica, ed i cui dipendenti sono pure ivi utilizzati; utilizza immobili di proprietà della ASP di Palermo ed ha una struttura amministrativa che genera, però, costi aggiuntivi in funzione del previsto consiglio di amministrazione e del collegio dei revisori; ha un proprio Direttore Generale nominato dal Consiglio di amministrazione; i trattamenti economici ivi applicati non è chiaro a quali parametri siano ancorati (è il caso di ricordare come per gli Istituti di Ricovero e Cura trasformati in Fondazioni il D.Lgs n. 288/03 abbia previsto che il trattamento economico del personale privatizzato non potesse essere superiore a quello previsto dai contratti pubblici della dirigenza medica e non medica e del comparto sanità) ed, infine, né l’ASP di Palermo né l’Assessorato alla salute esercitano una effettiva vigilanza e controllo sulla gestione della struttura”.

“La vicenda della Fondazione Giglio è ben nota all’assessorato – dice a BlogSicilia l’assessore Baldo Gucciardi – e la soluzione è a portata di mano e potrebbe arrivare già la prossima setimana se il parlamento approverà la nuova legge che riforma proprio lo status della Fondazione Giglio”.

Gucciardi chiarisce che la mancanza di controlli non è responsabilità dell’assessorato ma al contrario una vicenda che lo stesso assessore subisce e ciò dipenden dal fatto che si è scelto di optare per una Fondazione di diritto privato “Al mio arrivo ho trovato questa situazione e mi sono attivato per correggerla. la norma che trasforma il Giglio da Fondazione di diritto privato a Fondazione di diritto pubblico è già stata approvata dalla competenze commissione e la prossima settimana può andare in aula. Spetta alla Presidenza dell’Ars metterla in calendario  e sonoc erto che si procederà nei tempi più stretti”.

Con l’approvazione della norma cambierà lo status giuridico e dunque la Regione potrà esercitare tutti i dovuti controlli sulla struttura sanitaria e sarà risolta la criticità evidenziata nella relazione del procuratore Zingale sulla quale c’era già stato un confronto fra assessoratoe  Corte dei Conti.

Ma dall’ospedale giglio contestano la soluzione Gucciardi: “La Regione Siciliana e l’Asp di Palermo esercitano pieno controllo e vigilanza sulla gestione della Fondazione Giglio sia attraverso la nomina del componenti del consiglio di amministrazione, organo di indirizzo e di controllo, sia, per la Regione, attraverso la nomina dei tre componenti del collegio sindacale designati rispettivamente dalla presidenza della Regione e dagli assessorati regionali al bilancio e alla sanità. Inoltre, il bilancio viene certificato da società di revisione” afferma il presidente della Fondazione Giglio di Cefalù, Giovanni Albano, sottolineando “una gestione ispirata a criteri di trasparenza, economicità ed efficenza”.

“La Fondazione – prosegue il presidente Albano – lavora su un budget assegnato dalla Regione Siciliana. Le risorse vengono trasferite alla Fondazione periodicamente a fronte delle sole prestazioni effettuate. Prestazioni sottoposte, fra l’altro, al controllo dell’Asp di Palermo”. Il presidente inoltre, precisa che “i conti della Fondazione Giglio sono in ordine. Negli ultimi esercii il bilancio è stato chiuso in attivo ed è stato approvato dagli organi di amministrazione e controllo (Consiglio e Revisori) della Fondazione. Il personale della Fondazione medico, infermieristico e amministrativo è assunto con contratto di diritto privato. La trasformazione in contratto di diritto pubblico implementerebbe la spesa, per la Regione, di 9 milioni di euro. Tutti gli acquisti, inoltre, avvengono secondo il criterio del pubblico”.
“Non voglio – sottolinea Albano – entrare nella qualità delle prestazioni erogate che è di altissimo livello lo dimostra il numero di utenti che ripongono quotidianamente la loro fiducia sul Giglio di Cefalù. Struttura che eroga prestazioni di alta complessità tanto è vero, come si evince dai dati regionali, risulta un peso medio superiore, per disciplina, alla media regionale. Perorare, invece, la tesi, come qualcuno sta facendo in queste ore, di trasformare la Fondazione  da diritto privato a fondazione diritto pubblico potrebbe portare sulla strada ben 750 famiglie.  Oltre a tutto l’indotto che ruota intorno alla Fondazione di Cefalù. E’ questa per noi una grande preoccupazione. Se per dare continuità al progetto originario occorre un nuovo ingresso di un socio privato ben venga – sottolinea il presidente – ma vanificare 15 anni di investimenti e di buona sanità sarebbe una sconfitta per la Sicilia. Su quanto emerso in queste ore – conclude il presidente della Fondazione Giglio – chiederò un’audizione al Presidente della Corte dei Conti e alla Commissione Regionale alla Sanità e Bilancio per poter chiarare tutto con serenità”.

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