Circa 7,6 milioni di euro per finanziare enti pubblici e privati del settore musicale e di quello teatrale di prosa e danza. Il governo Schifani, nel corso della riunione di giunta di oggi, ha deliberato, su proposta dell’assessore al Turismo, allo sport e allo spettacolo, Elvira Amata, il via libera alla ripartizione per il 2023 del Fondo unico regionale per lo spettacolo (Furs) e dei fondi previsti dalla legge regionale n. 3 del 2016.

Al settore privato circa 3,7 milioni

Al settore privato andranno circa 3,7 milioni di euro. Di questi contributi, circa 2,5 milioni saranno destinati ai teatri di prosa e danza e circa 1,2 milioni alle attività musicali che includono sia concerti che attività bandistiche. Complessivamente nell’Isola sono 240 le associazioni private beneficiarie dei contributi che svolgono questo tipo di attività.

Quasi 4 milioni per associazioni a partecipazione pubblica

Per enti, associazioni e fondazioni a partecipazione pubblica sono previsti 3,9 milioni di euro tra fondi previsti dal Furs e dalla legge regionale n.3 del 2016. Circa tre milioni di euro andranno al settore lirico-sinfonico e musicale, mentre si aggirano intorno a 900 mila euro i contributi previsti per i teatri di prosa e danza.

Amata “Governo regionale al fianco di settore strategico”

“Avviando le procedure di ripartizione del Furs – dichiara l’assessore Amata – ribadiamo ancora una volta la determinazione del governo regionale nel stare al fianco degli enti e dei lavoratori di questo settore che si conferma strategico per l’economia della nostra Isola”.

Dopo passaggio in giunta, ripartizione con decreto assessore

Dopo il passaggio in giunta regionale la ripartizione dei contributi sarà stabilita con un decreto assessoriale.

Giambona “Applicare anche nell’isola norma su semplificazione”

Nei giorni scorsi, il parlamentare regionale del Pd Mario Giambona, ha chiesto in una mozione presentata all’Ars rivolta al presidente della Regione di applicare anche in Sicilia la norma sulla semplificazione dell’organizzazione degli eventi e spettacoli.

Queste le sue parole “Gli operatori del mondo dello spettacolo e gli organizzatori di eventi e manifestazioni pubbliche della Sicilia rischiano di essere ancora una volta penalizzati rispetto al resto d’Italia: chiediamo quindi al governo regionale ad avviare con urgenza tutte le interlocuzioni istituzionali e le azioni utili all’emanazione delle norme di attuazione necessarie ad applicare in Sicilia la normativa in materia di semplificazione per la realizzazione di spettacoli dal vivo e proiezioni cinematografiche per agevolare operatori e pubbliche amministrazioni nel prevedere la sostituzione della licenza questorile con la Scia”.

La questione riguarda una norma nazionale emanata nel periodo dell’emergenza Covid che ha previsto la possibilità di sostituire la licenza emanata dalle questure con la presentazione della Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) per poter organizzare manifestazioni pubbliche come rappresentazioni teatrali o cinematografiche, feste da ballo, spettacoli di intrattenimento o eventi simili con un numero limitato di pubblico. Il problema di fondo che ha impedito il recepimento della norma in Sicilia è uno: mancano le norme di attuazione che servono ad attribuire ai Comuni le funzioni di polizia amministrativa, quindi le competenze sulle licenze sono ancora in capo alle questure e non ai comuni.

“Alla luce delle sollecitazioni che provengono dagli operatori del settore e dalle amministrazioni comunali attraverso la ‘rete degli assessori alla cultura, turismo e spettacolo della Sicilia’ – dice Giambona – riteniamo necessario, attraverso la mozione presentata all’Ars, impegnare il governo regionale ad attivarsi nel più breve tempo possibile”.

“Nel frattempo – prosegue Giambona – chiederò di affrontare il tema anche in sede di commissione Statuto all’Ars e valuteremo la possibilità di presentare un emendamento alla manovra correttiva annunciata dal governo regionale che dovrebbe essere esaminata nelle prossime settimane. Un percorso, quest’ultimo, che sappiamo essere a rischio di impugnativa ma potrebbe quantomeno permettere ai comuni siciliani, in attesa di una definizione normativa ‘permanente’, di affrontare la stagione estiva senza essere penalizzati rispetto agli altri comuni italiani”.