le richieste dei sindacati

Forestali siciliani, “Regione recepisca il nuovo contratto nazionale, atto dovuto e urgente”

Attendono il recepimento da parte della Regione del nuovo contratto nazionale di lavoro, siglato il 9 dicembre dopo 9 anni dalla scadenza del vecchio contratto, i 18 mila forestali siciliani.

Le novità introdotte dal contratto nazionale di lavoro

Un contratto che vale 100 euro di aumento in due tranche, la prima a dicembre e la seconda a marzo del 2023, norme nuove e chiarificatrici, inoltre, sui rapporti di lavoro stagionali, sulla previdenza complementare che viene implementata, sui permessi retribuiti .

“Recepimento del contratto atto dovuto e urgente”

“Il recepimento del contratto – dicono i segretari regionali di Flai, Fai e Uila, Tonino Russo, Adolfo Scotti e Nino Marino – un atto dovuto e urgente. Anche perché è stato sottoscritto dal presidente della Conferenza Stati- Regioni e le trattative sono state seguite dall’assessore regionale all’agricoltura Toni Scilla in qualità di delegato della conferenza Stato Regioni”.

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Allineare la Sicilia al resto del Paese

Russo, Scotti e Marino rilevano che “il nuovo Ccnl dei forestali recepisce anche le indicazioni del testo unico sulla sicurezza e di quello sulle filiere forestali. Allineare la Sicilia al resto del Paese – sottolineano i tre sindacalisti – è un passo importante in attesa della riorganizzazione del settore che come sindacato rivendichiamo da tempo”. Flai, Fai e Uil chiedono anche l’avvio delle trattative per il rinnovo del contratto integrativo regionale.

A Natale gli stipendi arretrati

Intanto, i forestali siciliani, sino ai primi di dicembre, sono stati ‘appesi al filo’ in attesa degli stipendi arretrati, due, in alcuni casi anche tre mensilità. Tanto che hanno manifestato e protestato affermando: “La Regione non paga da mesi, altro che stipendificio“.
L’arrivo degli arretrati è stato possibile grazie alle variazioni di bilancio che hanno consentito l’appostamento delle somme nel relativo capitolo di spesa.
Adesso i forestali siciliani, che ricordiamo sono 18mila, chiedono, tramite il nuovo contratto, analogo trattamento ai colleghi del resto d’Italia.

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