A seguito dalle dichiarazioni divulgate dagli enti di formazione, in merito ai ritardi amministrativi nella gestione delle attività formative in corso, l’assessore regionale all’istruzione e alla formazione professionale Roberto Lagalla tiene a fare alcune precisazioni.

“Ho preso atto della nota inviata dalle organizzazioni datoriali che lamentano ritardi di natura gestionale. Poiché vengono prevalentemente rilevate possibili discrasie, relative a procedure amministrative, ho provveduto a richiedere, nel merito, immediate e puntuali precisazioni da parte del Dirigente generale e degli uffici.

Ciò premesso, spiace che le organizzazioni datoriali approfittino di possibili disfunzioni tecniche, certamente da correggere se confermate, per esternare giudizi e valutazioni che sono ben lontane tanto dall’azione del governo quanto dalla sua dimostrata volontà di assicurare sostenibile continuità al settore della formazione professionale che pure, da parte sua, deve accogliere e comprendere le esigenze di discontinuità rispetto al passato.

Né può essere invocata mancanza di ascolto o di disponibilità istituzionale, visto che le parti sono state, da ultimo, riunite in Assessorato lo scorso 17 giugno, per oltre cinque ore, e che anche i recentissimi bandi relativi all’obbligo formativo, che assicurano ulteriore prosecuzione alle attività, hanno costituito oggetto di confronto e comprensivo dialogo.

Per quanto a mia conoscenza, posso comunque assicurare che sia i secondi acconti dell’Avviso 2 quanto lo scivolamento della graduatoria relativa allo stesso Avviso sono procedure in corso di istruzione da parte degli Uffici, così come è ben noto agli estensori della nota come il destino dell’Avviso 8, varato dal governo Crocetta, sia inevitabilmente collegato al pronunciamento del Consiglio di Giustizia Amministrativa, atteso per il prossimo 25 settembre.

Di certo, il governo ha a cuore i problemi della formazione almeno quanto chi oggi invoca presunte violazioni di diritti costituzionalmente tutelati. Agli stessi estensori mi permetto ricordare che ai ragazzi e al loro futuro si pensa anche e soprattutto sforzandosi di collaborare operosamente ai processi di innovazione del settore e di attualizzazione dei modelli formativi, nonché avendo l’onestà intellettuale di riconoscere quanto, in diciotto mesi, sia stato fatto per rimettere in piedi un comparto messo in drammatica crisi per oltre tre anni”.

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