Ligure di origine ma nota soprattutto per essere stata segretario generale della Cisl. Annamaria Furlan è candidata in Sicilia nelle liste del Pd. Una candidatura, la sua, che ha sorpreso tanti ed è stata anche al centro di polemiche sui così detti paracadutati. Ma lei non si sente avulsa dal contesto siciliano, tutt’altro. E spiega, ospite di Talk Sicilia, il perché oltre ad indicare le priorità per il paese e per la Sicilia nella sua visione, per la sua esperienza sindacale che mette, oggi, a disposizione.

Non sono una paracadutata

“Io sto incontrando migliaia di cittadine e di cittadini in questi giorni. E non c’è polemica. C’è voglia invece di futuro. C’è voglia di ripartire dal lavoro e dalla dignità delle persone. A me è stata chiesta, da parte del Partito Democratico, una disponibilità a candidarmi la dove c’era bisogno, anche probabilmente, per le competenze che ho maturato in tanti anni di vita sindacale. Mi è stata proposta la Sicilia. E’ una proposta che ho accolto con gioia. Una regione che dal punto di vista sindacale, del lavoro, ho seguito per tanto tempo nella mia attività nazionale e metto ben volentieri a disposizione le mie competenze sul tema che credo sia la priorità da affrontare. Serve dare un contributo per migliorare le cose”.

Il Reddito di cittadinanza

“Bisogna dire le cose come stanno, dire la verità. Il reddito di cittadinanza ha salvato dalla povertà assoluta, in modo particolare durante tutto il periodo più acuto della pandemia, migliaia di persone, migliaia di famiglie. Quindi meno male che lo abbiamo avuto. Sarebbe stata una tragedia non avere nessun supporto alle famiglie più in difficoltà, in stato di povertà. Certo, non ha funzionato il rapporto con il lavoro, e dunque questo è l’aspetto che va assolutamente rafforzato”.

“In primo luogo occorre creare il lavoro, perché per distribuirlo innanzitutto bisogna crearlo. E poi occorre seguire le persone e accompagnarle nel percorso che le porterà a passare dal reddito di cittadinanza al reddito da lavoro. Per far questo occorre, innanzitutto, tanta formazione che possa rendere queste persone occupabili. In sintesi, quindi, sì al reddito di cittadinanza. Non sono per niente d’accordo con chi dice di abolirlo. Va profondamente rivisto, rafforzato, a tutela intanto delle famiglie numerose e soprattutto per collegarlo al lavoro”.

La formazione come sfida per il futuro

“Il tema della formazione e dell’istruzione è fondamentale. Lo è in Sicilia, come lo è in tutto il Paese. E qui abbiamo delle contraddizioni enormi. Da una parte le aziende chiedono professionalità che non ci sono sul mercato del lavoro. Anche in questo caso serve una formazione mirata. Dall’altra  parte la Sicilia ha un primato davvero triste: migliaia e migliaia di giovani laureati e laureate che dopo tanti anni di studio con grandi, grandissimi sacrifici delle famiglie, costretti a prendere la valigia dentro la quale mettere i propri sogni, la propria cultura, le cose che hanno studiato e approfondito per tanti anni e andare in un altro Paese per crearsi un futuro. Allora il tema della formazione è essenziale sia per fare in modo che i nostri giovani rimangano in Sicilia, rimangano nel nostro Paese, sia per rendere occupabili tanti disoccupati che non hanno maturato le competenze richieste dal mercato”.

Competenza per sfruttare le risorse del Pnrr

“C’è un tema di competenza anche nelle istituzioni. Questo vale per la Regione, come vale per i Comuni. Per questo il Partito democratico dice: ‘Assumiamo nella pubblica amministrazione subito 300.000 giovani’. Perché se un Comune non ha le professionalità per fare i progetti e seguirli, se in Regione non abbiamo le competenze, continuerà a  succedere quello che è accaduto tante volte ovvero che i progetti che si presentano vengono bocciati perché sono fatti male. Questo non è più ammissibile”

La sanità

“Non è ammissibile la carenza nella sanità in questa regione. Una cosa vergognosa. Guardi, quando è scoppiata la pandemia noi ci siamo ritrovati davanti a una malattia sconosciuta. A mani nude, ma completamente nude, perché non avevamo neanche le protezioni, le mascherine, i respiratori. In una città come Palermo avevamo circa dieci posti letto in terapia intensiva, eccetera. Investire sulla sanità significa anche assumere i precari: infermieri, medici, operatori sanitari che già abbiamo nei nostri ospedali. Bisogna ripartire da quello che l’ultimo governo di destra aveva annientato, e cioè la sanità territoriale. Se davanti alla pandemia noi avessimo avuto una buona struttura territoriale e di sanità, probabilmente avremmo avuto meno lutti”.

La crisi energetica

“E’ una crisi energetica per la quale dobbiamo ringraziare Putin, diciamolo con chiarezza. Non nasce mica dal nulla ma dalla guerra che Putin ha dichiarato alla popolazione ucraina e dal ricatto nei confronti dell’Europa. Perché di questo stiamo parlando: minacce e ricatti perpetrati attraverso le forniture di gas”.

“L’Europa deve reagire. Deve mettere un tetto al costo del gas. Ma dobbiamo anche utilizzare tutti gli strumenti e le risorse del Pnrr per renderci autonomi. Per quanto riguarda l’energia, nel frattempo, ovviamente, abbiamo chiesto  provvedimenti che diano risposte subito alle famiglie e alle imprese. Le attività stanno chiudendo e quando chiudono le imprese si crea disperazione e disoccupazione. Il Partito democratico ha chiesto, quindi, il raddoppio immediato del credito di imposta per le imprese e la cosiddetta bolletta sociale. Le famiglie non sono in grado minimamente di affrontare un costo così alto dell’energia. Deve intervenire lo Stato. Il presidente Draghi ha già assunto alcuni provvedimenti ma non bastano. Faccio un inciso e ricordo che a New York il presidente Draghi è stato appena premiato come miglior statista del 2022, mentre in questo Paese alcune forze politiche hanno fatto cadere il suo governo. Ecco, immaginiamo come ci vedono nelle altre parti del mondo”.

Tornando ai provvedimenti contro la crisi energetica alcune cose il presidente Draghi le ha già messe in campo ma non basteranno. Dovremo assolutamente sganciare l’energia che otteniamo dalle rinnovabili dal costo del gas. Attualmente il prezzo dell’energia viene stabilito a prescindere dalla fonte. Quella ottenuta attraverso le rinnovabili come sole e vento, costa molto meno di quella ottenuta con il gas”.

“Nel medio termine, poi, occorre investire sulle rinnovabili e rendere il nostro Paese più autonomo, meno dipendente”,

L’appello al voto

“L’invito naturalmente è a votare il Partito Democratico perché è il partito che ha messo al centro del suo programma il tema del lavoro, che significa la dignità della persona. Al centro deve esserci anche il tema della coesione sociale. L’idea è quella di incentivare  il dialogo tra giovani e anziani, tra gli uomini e le donne per vivere tutti meglio in una società più giusta. poi, per quanto riguarda il voto a me stessa la dico così: per 40 anni ho fatto la sindacalista, mi sono occupata di lavoratori e di lavoratrici, di pensionati, dei giovani che il lavoro non ce l’hanno. La mia esperienza la metto a disposizione dei cittadini e delle cittadine di questa bellissima ma anche tanto triste regione Triste quando parliamo di disoccupati e di giovani che devono emigrare. Una tendenza da invertire”.

La video intervista integrale