A distanza di cinque giorni dalla pubblicazione della graduatoria provvisoria dell’Avviso 8 montano le polemiche sui ‘nuovi potenti’ della formazione professionale in Sicilia e sulla loro collocazione politica, dopo anni a discutere di personale da salvare nessuno sembra ricordarsi più dei dipendenti degli Enti che hanno perso il loro lavoro e che oggi vedono vanificata o quasi ogni speranza di rientrare.

A prescindere dai nomi degli Enti e dalle amicizie politiche di cui vi abbiamo riferito nei giorni scorsi (leggi qui) a conti fatti degli 8000 formatori che il settore occupava solo 4 anni fa rischiano di essere soltanto 1500 quelli che potranno trovare collocazione nella nuova formazione.

Ma c’è di più. Alla luce dell’attuale situazione i nuovi Enti che andranno a gestire i corsi potranno anche scegliere di assumere personale nuovo senza prelevare dal bacino dei formatori che è stato istituito dalla Regione. Ogni nuova assunzione dovrà essere autorizzata dalla Regione ma non si comprende in base a cosa l’amministrazione potrà  dire di sì o di no visto che non ci sono vincoli sull’impiego del personale proveniente dall’albo.

Di questi ottomila la metà erano, in realtà, già fuori tanto che in estate l’assessore Marziano si era fatto autorizzare cassa integrazione straordinaria e piano di esuberi, esodi, pre pensionamenti e così’ via dal Ministro Poletti.

Dei circa 4000 rimanenti, 2500 oggi vedono sfumare ogni possibilità. Se è vero, come è vero, che esiste una frangia di iper raccomandanti che negli anni hanno avuto acceso al settore, spesso ‘parcheggiati’ negli Enti per non far nulla o quasi è anche vero che esistono, invece, lavoratori che hanno fatto della formazione la propria attività primaria, insegnando, curando i corsi, seguendo i giovani.

Insomma, come in tutte le cose regionali, oggi si getta via il bambino insieme all’acqua sporca senza filtro, senza selezionare, senza paracadute. Lo si fa tagliando via Enti e lavoratori senza un piano B per chi si ritrova irrimediabilmente fuori a 40 o 50 anni.

Ma il pensiero va agli Enti e ai presunti scandali che riguardano l’ascesa di quello vicino all’ex assessore alla Formazione o all’attuale detentore del ramo di amministrazione dimenticando i lavoratori. Nessuno parla più di loro. Gli stessi sindacati si erano scagliati da subito contro la graduatoria con un documento unitario (leggi qui) ma solo ieri sembrano riportare l’attenzione sui lavoratori e sulla macelleria sociale 

Mentre gli Enti sono al lavoro per presentare le ‘osservazioni’ che potrebbero cambiare qualche posizione in graduatoria le associazioni preparano i ricorsi che potrebbero far saltare tutto. Si muove con cautela l’associazione Cenfop che chiede un incontro urgente all’assessore segnalando i gravi rischi che derivano dalla graduatoria del’Avviso 8 e chiedendo l’intervento anche del presidente della Regione. Prepara già il ricorso sia al presidente della regione che al Tar per chiedere l’annullamento dell’intero bando l’altra associazione, Forma, mentre la politica minaccia di mettere in crisi addirittura la maggioranza di governo con Ncd pronta a togliere l’appoggio al governo se non si troveranno soluzioni per i 2500 lavoratori a rischio.

Ma è proprio la politica ad aver creato questa situazione. E oggi si vuole approfittare dell’aurea di legalità e riformismo creata ad arte intorno alle attività di governo per lasciare a proprio destino migliaia di famiglie che non hanno più un padrino fra i potenti e non sono più elettoralmente utili a nessuno.

LEGGI QUI IL DECRETO E LA GRADUATORIA

Formazione Sicilia: c’era una volta il ‘sistema Genovese’, ecco adesso la formazione ‘di sinistra

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