La vittoria di Gianfranco Miccichè nella disfida interna agli azzurri sulla composizione delle liste e l’esclusione dei catanesi dalle candidature alle europee a cominciare da Giovanni La Via, manda in frantumi il partito in Sicilia. Come annunciato il sindaco di Catania che è anche coordinatore azzurro nella provincia etnea, lascia il partito. Lo conferma con una nota diffusa a tarda sera.

“La decisione di impedire che il territorio metropolitano di Catania avesse una rappresentanza nella lista di Forza Italia alle Europee, rappresenta l’ennesima conferma dell’inadeguatezza della guida politica del partito in Sicilia – scrive senza mezzi termini Pogliese -. Un’offesa al lavoro di una classe dirigente che a Catania ha conquistato le percentuali più alte d’Italia sia alle elezioni politiche del marzo 2018 che alle ultime elezioni comunali, laddove si è attestata al 27% dei consensi, eleggendo al primo turno il sindaco, l’unico di FI in tutta Italia di un comune metropolitano”.

“Ma è ormai evidente – continua Pogliese -che troppe cose ci dividono da Miccichè e dalle sue estemporanee sortite. Solo per citarne alcune: le incoerenti prese di posizione sull’immigrazione sostenute insieme a Laura Boldrini e a braccetto coi centri sociali; la conduzione di una battaglia di retroguardia a tutela dei vitalizi; l’ostentata insensibilità nel ruolo di presidente dell’Ars per i problemi economico finanziari del comune di Catania, nonostante una trasversale convergenza; per non parlare della sua divisiva candidatura alle regionali del 2012, che causò la sconfitta del centrodestra e la vittoria di Crocetta”.

Il sindaco di Catania non può fare a meno di ringraziare i suoi referenti in casa azzurra “Ringrazio Antonio Tajani, Annamaria Bernini e Maurizio Gasparri per il generoso estremo tentativo di fermare la scelta scellerata di escludere Catania dalla lista. Purtroppo, però, devo prendere atto che il partito per cui mi sono sempre coerentemente battuto, anche stavolta in Sicilia ha imboccato la strada dell’autodistruzione, una logica a cui non possiamo ancora sottostare e che ci impone di essere conseguenziali e alternativi a un certo modo di intendere la Politica. Per queste ragioni lascio ogni incarico da Forza Italia, partito in cui, insieme a tanti amici e amministratori non ci riconosciamo più. Assieme abbiamo assunto il comune impegno di lavorare per poterci finalmente riappropriare dei valori della nostra identità e della cultura della Destra politica, che in Forza Italia non hanno più alcuna possibilità di potersi esprimere”.

Attorno a Miccichè, ieri sera, si erano stretti in massa gli uomini e le donne di Forza Italia, di governo regionale e parlamentari quando ormai appariva chiara la scelta di Pogliese anche se ancora non ufficializzata. Per prime erano arrivate le dimissioni del suo vice coordinatore Basilio Catanoso.

“Rassegno le mie dimissioni da vice coordinatore regionale e da Forza Italia. Come avevo già capito ad inizio Marzo, quando ho comunicato che non vi erano le condizioni per una mia candidatura in Forza Italia alle Europee, oggi ribadisco che quella mia scelta si è rivelata lungimirante: Fi non è più in grado di esprimere una linea politica chiara, sicura, in linea con il mio, il nostro percorso e coerente con la linea politica che contribuì nel 2008 alla costituzione del PdL (il soggetto nato dalla fusione di Fi, di An e delle altre energie che sognavano una grande forza del cdx italiano) – scrve Catanoso – La grave confusione delle ultime ore ne è solo l’ennesima dimostrazione; assistiamo al declino di una grande forza politica passata dal rappresentare le istanze della maggioranza degli italiani a essere ‘nave senza nocchiero in gran tempesta’, senza un progetto, senza una linea politica, non più capace di fare sintesi fra anime diverse e così presentarsi al popolo in maniera autentica e credibile, in modo da poterlo rappresentare”.

M è un addio senza rotture col leader e chiaramente in polemica sempre e comunque solo con Miccichè “Mi dispiace per il presidente Berlusconi, che ha rappresentato e continua, a mio giudizio, a rappresentare per l’Italia una certezza, per il suo spirito di sacrificio a servizio del Paese, ed ancora mi dispiace per tutti coloro che, dirigenti e militanti, si sono impegnati in buona fede in Fi lottando per le proprie idee; prendo così atto che oggi Forza Italia abdica al proprio ruolo e al progetto politico che doveva incarnare, caduto questo in secondo piano rispetto a faide interne e a strategie di potere”.

“Spinto anche da tanti amici che condividono questo pensiero, rimaniamo nell’agone politico: abbiamo coerentemente voluto evitare decisioni affrettate, per far comprendere le motivazioni profonde della scelta e per dimostrare che la nostra prima preoccupazione non è certo quella di rivendicare posizioni ma piuttosto di dare voce alle idee per cui ci siamo sempre battuti.

Una pausa di riflessione, quindi, per contribuire, da Destra, alla costruzione di una nuova coalizione di Centrodestra: unita, riconoscibile, chiara, che sappia interpretare i desideri e tutelare i diritti e gli interessi degli italiani e della nostra Terra. Al lavoro!” conclude.

In grande difficoltà l’assessore regionale Marco Falcone, forzista catanese anche lui e che aveva firmato l’appello per la candidatura di Milazzo forse anche perchè impossibilitato a fare diversamente ma che nella diaspora vede solo cosa negative. “La campagna elettorale per le Europee rappresenta uno snodo fondamentale per un partito come Forza Italia che, da sempre, è stato la casa di quegli elettori che hanno interpretato i principi non solo della libertà della democrazia, ma anche del valore dell’individuo in tutte le sfere della sua vita, quale proprio faro – dice Falcone – Mi rendo conto che in questi ultimi tempi qualcosa non ha funzionato, e serve al partito nuovo slancio, nuovo entusiasmo ed energie capaci di catalizzare professionalità e competenze. Gli elettori, però, ci chiedono anche prova di comunione d’intenti e di una strategia condivisa che faccia guardare a Forza Italia come elemento collante di un centrodestra plurale e arioso. Quella, cioè, che di fatto è stata la grande intuizione del presidente Berlusconi. Noi abbiamo il dovere di costruire questo soggetto politico, interpretando il nuovo sentire comune del Paese, e possiamo farlo solo dall’interno, magari ripartendo da una dialettica sostenuta”.

“Ecco perché, pur comprendendo l’amarezza del mio amico Salvo Pogliese, punto di riferimento di una significativa area politica, al contempo però dico: sforziamoci di trovare le ragioni dello stare insieme. Per vincere la sfida del rilancio di un centrodestra plurale, ancorato ai territori e ai principi del buongoverno che, a Catania così come a Palermo, stiamo già mettendo in atto. La lista per le Europee, capeggiata da Silvio Berlusconi, rappresenta il giusto equilibrio fra identità, radicamento e qualità”.

Un appello che non poteva che cadere nel vuoto. E oggi si dimette dal partito anche il sindaco di Biancavilla: “E’ chiaro che non possiamo più far parte di un partito che all’Ars, attraverso il suo presidente Miccichè, intende mantenere un privilegio indifendibile come quello dei vitalizi; di un partito che, per l’ennesima volta, ha messo all’angolo un gruppo che ha sempre lavorato con profondo spirito di squadra ottenendo una moltitudine di consensi tra una moltitudine di cittadini; di un partito che non guarda al ricambio generazionale e al merito; di un partito che, nella scelta delle candidature alle imminenti Europee, ha compiuto l’ennesima angheria. Lasciamo il partito di Forza Italia che oggi, in Sicilia, è in mano a tiranni senza alcuna lungimiranza”.

Antonio Bonanno prosegue “Assieme al nostro riferimento, Salvo Pogliese, decideremo quale scelta politica intraprendere coerentemente con i nostri valori, con la nostra passione e la nostra voglia di confrontarci con la tanta gente che ci chiede – quotidianamente – di non rimanere inermi. Per essere riferimento identitario del nostro territorio e della nostra Sicilia”, conclude.

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