Francesco Bertolino ha attraversato gli ultimi dieci anni della vita politica a Palermo, presidiando la Commissione Cultura del Comune. Sono anni che hanno rilanciato la proiezione turistica e culturale di Palermo a livello internazionale, anni in chiaro scuro per la fine di una stagione politica. E’ l’instant kit di Francesco Bertolino, oggi candidato per uno scranno all’Ars con Azione-Italia Viva, il duet politico creato da Carlo Calenda e Matteo Renzi, che in Sicilia sostiene la corsa a Palazzo d’Orleans di Gaetano Armao. Ma l’impegno politico di Francesco Bertolino arriva da più lontano. Forse arriva proprio da quei campi scout che frequentava da ragazzo. “Ho sempre tenuto a mente l’insegnamento di Baden Powell, il fondatore dello scoutismo: ci diceva che quando si andava in un campo estivo e si stava dieci giorni in un bosco, l’obiettivo era lasciare il posto dove si andava un po’ meglio di come lo si era trovato”. A Talk Sicilia, Francesco Bertolino (candidato Ars per Azione/Italia Viva nel collegio di Palermo) racconta le ragioni della sua candidatura.
Bertolino, “in politica tutti devono fare di più”
Traslato al mondo dei “grandi”, l’aforisma di Baden Powell – secondo la lettura di Bertolino – va declinato così: ” Ognuno per come può deve provare a migliorare il luogo dove si trova. Con le proprie competenze e chi ha di più, deve poter fare di più. Esattamente come un fazzoletto di carta trovato in un bosco. Si raccoglie e si porta via per lasciare il bosco più pulito”.
“Il Giudice Caponnetto mi convinse a fare politica”
Dallo scoutismo alla Primavera siciliana è stato un battito di ciglia. Palermo è sconvolta dalla stragi di mafia degli anni 90, la società civile si ribella. Nascono i comitati dei lenzuoli bianchi. La gente, la gente comune è al fianco dei magistrati in prima linea. Francesco Bertolino è un giovane professionista di Palermo. Si occupa di restauri. Per apprendere la nobile arte di salvare e proteggere il nostro patrimonio monumentale, Bertolino è a Firenze per studiare. “In quegli anni – racconta Bertolino -ho conosciuto il giudice Antonino Caponnetto. Per me è stato un maestro di vita. Caponnetto veniva da quell’esperienza di Palermo. Erano gli anni in cui girava l’Italia andando nella scuole, parlando di legalità, con sulle spalle la testimonianza di Falcone e Borsellino. Caponnetto mi diceva sempre che non è vero che la politica sia una cosa sporca. Sono le persone sporche, poco pulite a fare danno”.
“E’ stato proprio il confronto con il giudice Caponnetto a convincermi a fare politica. A candidarmi. E’ il 2001, e alle amministrative di Palermo vengo eletto come consigliere dell’ottava circoscrizione”. In quegli anni Bertolino milita nei DS, i Democratici di Sinistra. “Sono stato il segretario del primo circolo Ds di Palermo. Al centro della città, in via Agrigento. Quel circolo venne intitolato a Piersanti Mattarella e il giorno dell’inaugurazione venne il fratello, il nostro presidente Sergio Mattarella”
Bertolino sbarca a Sala d’Ercole. E si occuperà di cultura. Anche con la presidenza della Commissione di merito. Certo, quella stagione è finita tra le polemiche. “Ma qualcosa di buono in quegli anni è stato fatto. I risultati raggiunti nel campo della cultura vanno messi in sicurezza”. Una storia da continuare a scrivere. Bertolino così riparte e corre per l’Ars. Lo fa pensando all’insegnamento di Baden Powell e ai consigli del giudice Caponnetto.
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