Cardiologo di formazione e giornalista per passione, Francesco Giambrone, 64 anni, è il nuovo sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma. Designato alla guida del teatro capitolino, vanta una lunga esperienza nella gestione.
Dal 2015 anche presidente dell’Anfols, l’associazione che riunisce le fondazioni lirico sinfoniche italiane e con la quale l’allora sovrintendente del Massimo di Palermo ha combattuto a fianco del collega Carlo Fuortes dell’Opera di Roma per salvare le sorti dello spettacolo dal vivo nei lunghi soffertissimi mesi del lockdown.
Già assessore comunale alla Cultura a Palermo
Palermitano doc, studioso appassionato di danza e critico musicale, Giambrone si è molto speso per la sua città ricoprendo anche il ruolo di assessore alla cultura in due diverse giunte Orlando, la prima volta dal 1995 al 1999 e poi di nuovo dal 2012 al 2014. Nella sua carriera, tantissimi incarichi nei consigli di amministrazione di enti culturali, oltre alla guida del Maggio di Firenze e del Conservatorio Bellini di Palermo.
Attività alla quale ha sempre affiancato un impegno nella didattica nelle università di Palermo, Firenze, Milano, e tante pubblicazioni (tra le più recenti “Politiche per la cultura in Europa. Modelli di governance a confronto” 2013) nelle più importanti riviste di settore, da Economia della Cultura a Nuove Effemeridi e Segno.
Prestigiosi rapporti internazionali
Cultore appassionato, ha tessuto in questi anni rapporti internazionali con il mondo della musica sinfonica, della lirica, della danza, amico dei più grandi, da Riccardo Muti, che tante volte è tornato con lui a Palermo, a Roberto Abbado, da Zubin Metha alla Bausch, da Martone a Graham Vick.
Nel prestigioso teatro palermitano era al suo secondo incarico, fiero di aver riportato i conti in ordine dopo anni difficili. Per il rilancio dello splendido teatro di Piazza Verdi ha fatto parecchio, potenziando il ruolo dell’orchestra e muovendosi per salvare dalla chiusura il corpo di ballo. Tra le caratteristiche dei suoi ultimi anni al Massimo il lavoro per l’apertura del teatro al mondo esterno, con una miriade di iniziative che lo hanno legato alla città, pensate per rispondere alla crisi, economica e pandemica, ma anche l’impegno per lo streaming (in sintonia con quello che a Roma faceva Fuortes) per tenere vivo il teatro e mantenere il legame con il pubblico nei lunghi mesi della chiusura.
Ottimi in questi anni i suoi rapporti con il ministro della cultura Franceschini, del quale Giambrone, come sovrintendente del Massimo e presidente dell’Anfols, ha più volte apprezzato l’impegno e condiviso obiettivi, come la lotta per estendere la capienza di cinema e teatri.
L’ultimo intervento qualche settimana fa a plauso del testo di bozza della manovra con la norma per le Fondazioni liriche da lui considerata “Un segnale molto importante” perché, spiegava, “per prima volta viene affrontato il grande e da sempre irrisolto tema della patrimonializzazione delle Fondazioni liriche italiane che va oltre le logiche emergenziali legate alla pandemia ma guarda al futuro, al consolidamento e alla stabilità”.
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