Ottantasei persone controllate, 21 siti sensibili ispezionati, 32 operatori Polfer impegnati: è il bilancio dell’ottava giornata dell’anno denominata “Operazione Oro Rosso”, dedicata a livello nazionale al contrasto del fenomeno dei furti di rame in ambito ferroviario.

Lo rende noto la Polizia di Stato. Le verifiche hanno interessato le linee ferroviarie dove talvolta si sono verificati furti e 13 centri di rottamazione e di trattamento di rifiuti speciali e metallici dislocati in tutta la regione. In particolare sono stati verificati il possesso delle autorizzazioni all’esercizio dell’attività ed al trattamento dei materiali, il rispetto delle normative ambientali e la tracciabilità dei metalli trattati.

“La finalità dell’operazione – spiega nella nota la Polizia di Stato – è rintracciare ed interrompere la filiera di illegalità legata al cosidetto ‘oro rosso’, causa di considerevoli danni economici alle imprese vittime dei predatori di rame e di disagi alla cittadinanza nella fruizione dei servizi pubblici e di pubblica utilità”.

Furti in serie all’ex Cara di Mineo, beccata la banda dei ladri di rame

Beccata la banda che aveva letteralmente svuotato dal rame l’ex Cara di Mineo, il centro di accoglienza del Catanese. I carabinieri, dopo alcuni appostamenti, sono riusciti ad arrestare in flagranza uomini di Paternò tra i 25 ed i 44 anni. Sono accusati di furto aggravato in concorso.

Da mesi continui raid

carabinieri della stazione di Mineo supportati dai colleghi di Scordia e dal nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Palagonia. Nel mirino dei malviventi la struttura abitativa “Residence degli aranci” di Mineo, un’enorme complesso residenziale costituito da 404 appartamenti, che si estende per circa 30 ettari. Immobile che inizialmente era destinato ad accogliere i militari americani della vicina base aerea di Sigonella. Venne però utilizzato fino al luglio del 2019 come centro di accoglienza per richiedenti asilo finanziato dallo Stato, il cosiddetto Cara. L’enorme complesso residenziale era diventato da alcuni mesi oggetto di ruberie di strutture metalliche, soprattutto manufatti in rame. Questi furti avevano provocato alla società proprietaria danni ben superiori al milione di euro.

Il monitoraggio

I carabinieri hanno monitorato attentamente il sito predisponendo un dispositivo di sorveglianza. Ad essere utilizzati fototrappole e impianti di videosorveglianza a rilevamento termico per poter sorprendere i malviventi in flagranza. In uno degli innumerevoli servizi di appostamento, intorno alle 23, i carabinieri hanno individuato la presenza di 5 uomini all’interno del perimetro del residence. Ad essere notato in particolare come si muovessero con un preciso modus operandi, abbattendo un tratto della recinzione esterna e dedicandosi poi allo smantellamento delle strutture. Inconsapevoli di essere controllati a distanza dai carabinieri hanno caricato 500 chili di rame. Era stati sistemati su un furgone Citroen con il quale, “scortati” da una Volkswagen Golf, si sono allontanati lungo la statale 417 in direzione di Catania.

L’inseguimento

Immediato l’inseguimento dei carabinieri che hanno fermato sia il furgone che l’autovettura, nonché arrestato i cinque componenti della “gang del rame”. Il Gip ha convalidato tutti e 5 gli arresti disponendo quindi la misura della custodia cautelare in carcere per 4 componenti della banda e quella degli arresti domiciliari per l’unico incensurato.

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