Inchiesta della Procura di Palermo sulle operazioni immobiliari  realizzate negli anni dei governi Cuffaro. Operazioni che ancor oggi continuano a costare alle casse della Regione un canone da 20 milioni di euro all’anno per beni venduti e immediatamente dopo riaffitati.

Adesso la Regione vorrebbe riacquistare i beni, sedi degli assessorati ceduti nel 2007 al fondo Fiprs della ex Pirelli Re e riaffittati il giorno dopo a 20 milioni di euro l’anno a carico della stessa Regione. Come fare? Il Governo ha stilato un Piano che ha come obiettivo quello di comprare tutte le quote del Fondo ex Pirelli Re (Fiprs). L’acquisto dovrebbe avvenire tramite il Fondo pensioni che sarà guidato dall’ex assessore alla Formazione Nelli Scilabra, appena nominata dal governatore.

Sempre all’epoca Cuffaro risale la vicenda legata all’operazione di censimento degli immobili regionali con un contenzioso aperto con l’imprenditore piemontese Ezio Bigotti che nel 2007  ha firmato un contratto per il censimento dei beni regionali costato a oggi oltre 80 milioni di euro.

E sul piano di riacquisto dei beni immobili non tardano a farsi sentire le prime reazioni dal  mondo politico “Ancora una volta Palazzo d’Orleans assume una posizione quanto meno estemporanea, proponendo di riacquistare gli stessi immobili che la Regione siciliana vendette nel 2007, e che poi prese in affitto a 20 milioni di euro l’anno – sottolinea Marco Falcone -. Un piano non supportato da alcuna strategia di insieme, quello dell’amministrazione Crocetta, forse utile solamente ad ingraziare  le simpatie dei poteri forti, anche in chiave elettoralistica. La Regione non ipotechi il futuro dei siciliani, indebitandoli ancor di più per i prossimi vent’anni, e non depauperi i fondi pensione, concluda invece il censimento del proprio patrimonio immobiliare, individuando gli edifici nei quali destinare gli uffici amministrativi oggi collocati in stabili in locazione. Crocetta venga subito a riferire in commissione e faccia chiarezza sulla questione. Ci dica in primo luogo perché non sia stata messa in atto una rinegoziazione dei canoni d’affitto, passaggio indispensabile nell’ottica di una doverosa spending review”.