A lungo Gianfranco Miccichè e Silvio Berlusconi sono stati una cosa sola. I primi veri passi nel mondo del lavoro Miccichè li fece in Publitalia, società fondata da Berlusconi. Poi l’ingresso in politica e l’incoronazione a numero 2 degli azzurri, almeno sino ad un decennio fa. Miccichè mostra eterna riconoscenza a Berlusconi e non nasconde le sue preoccupazioni: “Forza Italia adesso rischia di scomparire”.

Il partito sopravviverà?

Parole che Miccichè ripete in varie interviste, sia a “La Sicilia” che a “Repubblica”. Si dice ancora “sotto schock” per la scomparsa dell’ex presidente del consiglio, un dolore vero e sincero. Nonostante recentemente fosse stato un po’ messo da parte da Forza Italia in Sicilia per lasciare la leadership a Renato Schifani. Ecco, che fine farà Forza Italia adesso? “Morto un Papa se ne fa un altro, morto un Berlusconi invece no – ha dichiarato a La Sicilia -. Ho detto che con Berlusconi muore anche Forza Italia, ma ero avvilito. Non lo so se il partito sopravviverà, ma non la vedo facile: chi dice che non cambierà nulla è fuori dal mondo”.

Non è una questione di soldi

Per Miccichè non è solo una questione di soldi, quindi di chi finanzia il partito. Il problema è proprio di leadership. Il carisma di Berlusconi, a suo dire, non è sostituibile. Un papabile sostituito potrebbe essere  Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio dei ministri e ministro degli Affari esteri. Ma Miccichè non vede grandi spiragli e sempre a “La Sicilia” dice: “Se una scelta la prende Berlusconi sono tutti d’accordo, se lo fa chiunque altro succede l’inferno”. A suo dire potrebbe essere una’alternativa concreta, vale a dire la discesa in campo della figlia di Berlusconi, Marina. Ma pone seri dubbi che la stessa voglia raccogliere questa eredità.

Quali strade scegliere

Il pupillo siciliano del Cavaliere evidenzia che all’orizzonte ci sono molti nodi da sciogliere. Primo fra tutti è in quale direzione andare. “Il primo passaggio che si deve fare – spiega Miccichè a ‘Repubblica’ – è quello verso il partito popolare europeo. Lo vogliamo a trazione a destra o a trazione moderata? Immaginiamo che il cosiddetto modello Ursula sia quello da seguire? Tocca a Tajani prospettare la soluzione migliore per il partito, a prescindere da cosa gli piace. Se lui immagina di fare proposte che sono quelle che gli chiede Giorgia Meloni, è probabile che il partito non arrivi nemmeno all’estate. Prima c’era Berlusconi, che garantiva per tutti. Oggi non è più così, lo dico con dolore. Occorre chiarezza sulla linea politica”.

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